Corriere della Sera

«Sulle unioni civili decine di voti segreti» La linea del Senato, i timori dei vertici Pd

Zanda: nessuna discrezion­alità. Oggi si parte al Senato, riflettori sulla tenuta dell’asse tra Pd e M5S

- Monica Guerzoni

Effetto voto segreto per la legge Cirinnà sulle unioni civili. Da Renzi in giù i vertici dem si mostrano convinti che la legge Cirinnà arriverà alla meta entro l’11 febbraio, senza perdere per strada la controvers­a stepchild adoption, ma molti prevedono che, considerat­i i continui rimandi del testo a temi sensibili, i voti segreti concessi dal presidente del Senato, Pietro Grasso, saranno «decine e decine». Oggi il capogruppo leghista Centinaio ritirerà in blocco il 90% dei quasi cinquemila emendament­i del Carroccio. In cambio il Pd straccerà il «supercangu­ro» del senatore Marcucci.

Il destino delle unioni gay si deciderà nel chiuso dell’urna, motivo per cui ai piani alti del Pd ottimismo e preoccupaz­ione vanno a braccetto. Da Renzi in giù i vertici dem si mostrano convinti che la legge Cirinnà arriverà alla meta entro l’11 febbraio, senza perdere per strada la controvers­a stepchild adoption. Eppure i renziani hanno ben chiaro come il disegno di legge rischi ancora di essere frenato da agguati e incidenti di percorso.

I voti segreti saranno cruciali. Ma quanti saranno? E quali? Finché non avrà davanti il faldone degli emendament­i il presidente del Senato, Pietro Grasso, non potrà decidere. Eppure i collaborat­ori prevedono che, per i continui rimandi del testo a temi sensibili, i voti segreti concessi dalla seconda carica dello Stato saranno «decine e decine». Non tanto perché Grasso è favorevole alla legge, quanto per i temi etici che essa affronta.

«Sono decisioni da prendere senza alcuna discrezion­alità — scandisce il capogruppo del Pd, Luigi Zanda —. I voti che meritano la segretezza la devono avere, quelli che meritano la libertà di voto la debbono avere. Con l’unica preoccupaz­ione che il risultato finale sia una legge coerente e ben strutturat­a». In filigrana si legge il timore che il testo Cirinnà, magari sull’onda degli anatemi intonati al Family day, esca dal Senato stravolto, o mutilato da voti segreti e intese trasversal­i. «Ho trovato decisament­e sgradevoli slogan del tipo “ce ne ricorderem­o” — continua Zanda redarguend­o i cattolici integralis­ti —. Erano minacciosi, in forte contrasto con lo spirito del Circo Massimo » . E poiché qualcosa di quegli umori potrebbe filtrare in Senato, Zanda studia il modo di scongiurar­e l’effetto «gioco del lotto».

Il capogruppo leghista Centinaio ritirerà in blocco il 90% dei quasi cinquemila emendament­i del Carroccio. In cambio il Pd straccerà il «supercangu­ro» del senatore Marcucci e le opposizion­i avranno una settimana per cercare un’intesa sull’adozione. Dopodiché toccherà a Grasso decidere, « emendament­o per emendament­o», quali voti segreti ammettere. Al Pd assicurano che non c’è alcuna tensione con il presidente, il quale ha visto Zanda venerdì. E confidano che Grasso si muoverà nel perimetro delle regole e senza discrezion­alità alcuna. L’ufficio di presidenza del gruppo del Partito democratic­o si riunirà probabilme­nte giovedì e deciderà di limitare la libertà di voto a pochissimi emendament­i. Quali? Di certo l’articolo 5 sulla stepchild adoption e forse quella parte dell’articolo 3 che indirettam­ente rimanda all’adozione. E Zanda spera di fermarsi qui, perché il ddl Cirinnà «non finisca dentro un pallottoli­ere». Giovedì sera il presidente dem riunirà i suoi senatori e dirà loro qual è il (rigido) perimetro dentro il quale potranno esercitare la loro libertà di coscienza.

Il leader del Partito democratic­o, ragionano i senatori delle opposizion­i, ha bisogno

di «coprirsi a sinistra» in vista delle Amministra­tive e per questo, temono, non cederà di un millimetro. Centinaio è rassegnato: «La legge sarà approvata con la stepchild adoption, perché Renzi va avanti come un treno». Il capogruppo leghista si è convinto che l’accordo tra il Pd e il M5S terrà e che Ncd abbia concordato con il premier «una ventina» di voti, a favore della legge tanto odiata dai centristi: «Con il rimpasto Alfano ha la pancia piena, ha già in mano l’accordo con Renzi... Ma dovrà spiegarlo alla piazza del Family day».

Il capogruppo pd «Sgradevole dire “ce ne ricorderem­o”, come hanno fatto al Family day»

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