«Sulle unioni civili decine di voti segreti» La linea del Senato, i timori dei vertici Pd
Zanda: nessuna discrezionalità. Oggi si parte al Senato, riflettori sulla tenuta dell’asse tra Pd e M5S
Effetto voto segreto per la legge Cirinnà sulle unioni civili. Da Renzi in giù i vertici dem si mostrano convinti che la legge Cirinnà arriverà alla meta entro l’11 febbraio, senza perdere per strada la controversa stepchild adoption, ma molti prevedono che, considerati i continui rimandi del testo a temi sensibili, i voti segreti concessi dal presidente del Senato, Pietro Grasso, saranno «decine e decine». Oggi il capogruppo leghista Centinaio ritirerà in blocco il 90% dei quasi cinquemila emendamenti del Carroccio. In cambio il Pd straccerà il «supercanguro» del senatore Marcucci.
Il destino delle unioni gay si deciderà nel chiuso dell’urna, motivo per cui ai piani alti del Pd ottimismo e preoccupazione vanno a braccetto. Da Renzi in giù i vertici dem si mostrano convinti che la legge Cirinnà arriverà alla meta entro l’11 febbraio, senza perdere per strada la controversa stepchild adoption. Eppure i renziani hanno ben chiaro come il disegno di legge rischi ancora di essere frenato da agguati e incidenti di percorso.
I voti segreti saranno cruciali. Ma quanti saranno? E quali? Finché non avrà davanti il faldone degli emendamenti il presidente del Senato, Pietro Grasso, non potrà decidere. Eppure i collaboratori prevedono che, per i continui rimandi del testo a temi sensibili, i voti segreti concessi dalla seconda carica dello Stato saranno «decine e decine». Non tanto perché Grasso è favorevole alla legge, quanto per i temi etici che essa affronta.
«Sono decisioni da prendere senza alcuna discrezionalità — scandisce il capogruppo del Pd, Luigi Zanda —. I voti che meritano la segretezza la devono avere, quelli che meritano la libertà di voto la debbono avere. Con l’unica preoccupazione che il risultato finale sia una legge coerente e ben strutturata». In filigrana si legge il timore che il testo Cirinnà, magari sull’onda degli anatemi intonati al Family day, esca dal Senato stravolto, o mutilato da voti segreti e intese trasversali. «Ho trovato decisamente sgradevoli slogan del tipo “ce ne ricorderemo” — continua Zanda redarguendo i cattolici integralisti —. Erano minacciosi, in forte contrasto con lo spirito del Circo Massimo » . E poiché qualcosa di quegli umori potrebbe filtrare in Senato, Zanda studia il modo di scongiurare l’effetto «gioco del lotto».
Il capogruppo leghista Centinaio ritirerà in blocco il 90% dei quasi cinquemila emendamenti del Carroccio. In cambio il Pd straccerà il «supercanguro» del senatore Marcucci e le opposizioni avranno una settimana per cercare un’intesa sull’adozione. Dopodiché toccherà a Grasso decidere, « emendamento per emendamento», quali voti segreti ammettere. Al Pd assicurano che non c’è alcuna tensione con il presidente, il quale ha visto Zanda venerdì. E confidano che Grasso si muoverà nel perimetro delle regole e senza discrezionalità alcuna. L’ufficio di presidenza del gruppo del Partito democratico si riunirà probabilmente giovedì e deciderà di limitare la libertà di voto a pochissimi emendamenti. Quali? Di certo l’articolo 5 sulla stepchild adoption e forse quella parte dell’articolo 3 che indirettamente rimanda all’adozione. E Zanda spera di fermarsi qui, perché il ddl Cirinnà «non finisca dentro un pallottoliere». Giovedì sera il presidente dem riunirà i suoi senatori e dirà loro qual è il (rigido) perimetro dentro il quale potranno esercitare la loro libertà di coscienza.
Il leader del Partito democratico, ragionano i senatori delle opposizioni, ha bisogno
di «coprirsi a sinistra» in vista delle Amministrative e per questo, temono, non cederà di un millimetro. Centinaio è rassegnato: «La legge sarà approvata con la stepchild adoption, perché Renzi va avanti come un treno». Il capogruppo leghista si è convinto che l’accordo tra il Pd e il M5S terrà e che Ncd abbia concordato con il premier «una ventina» di voti, a favore della legge tanto odiata dai centristi: «Con il rimpasto Alfano ha la pancia piena, ha già in mano l’accordo con Renzi... Ma dovrà spiegarlo alla piazza del Family day».
Il capogruppo pd «Sgradevole dire “ce ne ricorderemo”, come hanno fatto al Family day»