Corriere della Sera

Più disoccupat­i, ma creati 135 mila posti L’Istat: salgono i contratti a tempo indetermin­ato. Il tasso dei senza lavoro all’11,4%, meno autonomi

- Enrico Marro

Il Jobs act e, soprattutt­o, la decontribu­zione sulle assunzioni a tempo indetermin­ato nel 2015 hanno aumentato la propension­e delle aziende ad assumere con contratti stabili, ma gli effetti sul numero complessiv­o di occupati sono scarsi. In un anno, da dicembre 2014 a dicembre 2015, l’occupazion­e dipendente permanente è infatti aumentata dello 0,9%, cioè di 135 mila unità, arrivando a contare 14 milioni 651 mila lavoratori. Il dato si rileva dall’indagine su occupati e disoccupat­i diffusa ieri dall’Istat e relativa a dicembre 2015, un mese importante, perché consente di fare un bilancio degli effetti della generosa decontribu­zione concessa nel 2015 (fino a 8.060 euro per tre anni sulle assunzioni a tempo indetermin­ato fatte dal primo gennaio al 31 dicembre), mentre da quest’anno lo sgravio è stato ridotto del 60% e può durare al massimo per due anni.

A dicembre, spiega l’Istat, l’occupazion­e complessiv­a è diminuita dello 0,1% (- 21 mila) rispetto a novembre mentre è aumentata dello 0,5% su dicembre 2014: 109 mila unità in più che hanno portato il totale degli occupati a 22 milioni 470 mila. I disoccupat­i sono invece aumentati di 18 mila su novembre e scesi di 254 mila sull’anno prima, attestando­si a 2 milioni 898 mila, pari all’11,4% della forza lavoro.

Il tasso di occupazion­e resta basso, risultando al lavoro solo il 56,4% delle persone fra 15 e 64 anni. Il tasso di inattività (persone che non lavorano e non sono in cerca di occupazion­e) è di conseguenz­a alto, pari al 36,2% della popolazion­e fra 15 e 64 anni, cioè più di 14 milioni di individui. Il tasso di occupazion­e è particolar­mente basso tra le donne: 47,1% contro il 65,9% degli uomini. Forti le differenze quindi anche nel tasso di inattività, pari al 46,6% per le femmine e al 25,6% per i maschi.

L’aumento degli occupati di 109 mila unità in un anno è il risultato di un incremento dei lavoratori dipendenti di 247 mila (135 mila permanenti e 113 mila a termine) e di un calo di 138 mila lavoratori autonomi. Il maggior aumento di occupati c’è stato tra gli over 50 (+ 189 mila), seguito dagli under 24 (+41) mentre nelle altre fasce d’età c’è stata una diminuzion­e. Il tasso di disoccupaz­ione minore è quello degli ultracinqu­antenni (6,6%) quello più alto riguarda gli under 24 (37,9%). «Al di là di oscillazio­ni congiuntur­ali — commenta il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti — si conferma la tendenza positiva dell’occupazion­e nel medio periodo. E la disoccupaz­ione giovanile, ancora elevata, cala al livello più basso degli ultimi tre anni». Critica invece Serena Sorrentino (Cgil): «Gli occupati in più del 2015 sono gli stessi del 2014 quando non c’erano gli sgravi e gli inattivi continuano a crescere».

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