Più disoccupati, ma creati 135 mila posti L’Istat: salgono i contratti a tempo indeterminato. Il tasso dei senza lavoro all’11,4%, meno autonomi
Il Jobs act e, soprattutto, la decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato nel 2015 hanno aumentato la propensione delle aziende ad assumere con contratti stabili, ma gli effetti sul numero complessivo di occupati sono scarsi. In un anno, da dicembre 2014 a dicembre 2015, l’occupazione dipendente permanente è infatti aumentata dello 0,9%, cioè di 135 mila unità, arrivando a contare 14 milioni 651 mila lavoratori. Il dato si rileva dall’indagine su occupati e disoccupati diffusa ieri dall’Istat e relativa a dicembre 2015, un mese importante, perché consente di fare un bilancio degli effetti della generosa decontribuzione concessa nel 2015 (fino a 8.060 euro per tre anni sulle assunzioni a tempo indeterminato fatte dal primo gennaio al 31 dicembre), mentre da quest’anno lo sgravio è stato ridotto del 60% e può durare al massimo per due anni.
A dicembre, spiega l’Istat, l’occupazione complessiva è diminuita dello 0,1% (- 21 mila) rispetto a novembre mentre è aumentata dello 0,5% su dicembre 2014: 109 mila unità in più che hanno portato il totale degli occupati a 22 milioni 470 mila. I disoccupati sono invece aumentati di 18 mila su novembre e scesi di 254 mila sull’anno prima, attestandosi a 2 milioni 898 mila, pari all’11,4% della forza lavoro.
Il tasso di occupazione resta basso, risultando al lavoro solo il 56,4% delle persone fra 15 e 64 anni. Il tasso di inattività (persone che non lavorano e non sono in cerca di occupazione) è di conseguenza alto, pari al 36,2% della popolazione fra 15 e 64 anni, cioè più di 14 milioni di individui. Il tasso di occupazione è particolarmente basso tra le donne: 47,1% contro il 65,9% degli uomini. Forti le differenze quindi anche nel tasso di inattività, pari al 46,6% per le femmine e al 25,6% per i maschi.
L’aumento degli occupati di 109 mila unità in un anno è il risultato di un incremento dei lavoratori dipendenti di 247 mila (135 mila permanenti e 113 mila a termine) e di un calo di 138 mila lavoratori autonomi. Il maggior aumento di occupati c’è stato tra gli over 50 (+ 189 mila), seguito dagli under 24 (+41) mentre nelle altre fasce d’età c’è stata una diminuzione. Il tasso di disoccupazione minore è quello degli ultracinquantenni (6,6%) quello più alto riguarda gli under 24 (37,9%). «Al di là di oscillazioni congiunturali — commenta il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti — si conferma la tendenza positiva dell’occupazione nel medio periodo. E la disoccupazione giovanile, ancora elevata, cala al livello più basso degli ultimi tre anni». Critica invece Serena Sorrentino (Cgil): «Gli occupati in più del 2015 sono gli stessi del 2014 quando non c’erano gli sgravi e gli inattivi continuano a crescere».