Si riapre il caso esodati, ne spuntano altri 4 mila
Si profila un nuovo (piccolo) caso esodati, i lavoratori che rischiano di rimanere senza stipendio e senza pensione con tutte le conseguenze del caso. Dalla fine di dicembre di quest’anno non sarà più utilizzabile la cosiddetta mobilità lunga, un ammortizzatore «speciale» usato soprattutto nel Mezzogiorno. Come la mobilità normale, quella lunga prevede un assegno iniziale pari all’80% dello stipendio. Ma non ha una durata massima di due anni. Anzi, può accompagnare il lavoratore fino alla pensione, a patto che il traguardo non sia (troppo) lontano: e cioé che il dipendente abbia almeno 28 anni di contributi, 45 anni d’età se donna, 50 se uomo. Un sostegno generoso che ha riguardato le aziende del Mezzogiorno, delle aree con una disoccupazione più alta della media, e di alcuni settori che hanno subito crisi pesanti, come la chimica e il tessile. La fine della mobilità lunga viene da lontano: è stata decisa all’epoca del governo Monti, nel 2012. Quattro anni fa. L’idea era che una scadenza altrettanto lunga
consentisse di trovare alternative, confidando in una vera ripresa dell’economia. Le cose non sono andate così. Al momento, secondo le stime dei sindacati, i lavoratori in mobilità lunga sono 4 mila. Concentrati in Calabria, Sicilia e Sardegna ma con diversi casi anche in Lombardia ed Emilia Romagna. Alcuni di loro, pochi, potrebbero raggiungere l’età della pensione da qui alla fine dell’anno. Gli altri diventeranno esodati. Cosa succederà? L’ultimo intervento in favore degli esodati è arrivato con la Legge di Stabilità approvata a dicembre, che ha consentito ad altre 23 mila persone di andare in pensione con le vecchie regole, quelle pre Fornero. Il governo ha promesso che sarebbe stata l’ultima volta. Anche perché nel corso degli anni la definizione di esodato è stata ampliata al punto da permettere il pensionamento anticipato a tante categorie. Ma i nuovi 4 mila esodati spunteranno proprio a fine dicembre, quando sarà approvata la prossima Legge di Stabilità. Come dire, se ne parlerà ancora.