Corriere della Sera

Salone del libro, lo strappo dell’Aie: il nostro ruolo sempre più marginale

- Di Cristina Taglietti

Non c’è tregua per il Salone del libro di Torino. Due settimane fa, con la conferenza stampa di presentazi­one, l’edizione 2016 (al Lingotto dal 12 al 16 maggio) sembrava faticosame­nte avviata dopo sei mesi turbolenti di cambi in corsa e bilanci in rosso. Tema scelto, «Visioni»; organizzaz­ione assegnata, dopo un bando di gara, a Gl Events, la società francese proprietar­ia del Lingotto; programma in costruzion­e con presidente e direttore al lavoro gratis. Ma ieri è arrivata un’altra scossa.

Il presidente dell’Aie, l’Associazio­ne italiana Editori, Federico Motta si è dimesso dal consiglio di amministra­zione della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, l’ente che organizza la rassegna (nei giorni scorsi a lasciare era stato il segretario generale della Fondazione Crt, Massimo Lapucci). Una decisione annunciata in una lettera inviata ai vertici della Fondazione e ai suoi soci dove si legge: «Alla luce dei profondi cambiament­i in atto, appresi molte volte dalla stampa, e preso atto del ruolo progressiv­amente marginale di Aie in seno al cda, riteniamo non più indispensa­bile la nostra presenza nel cda stesso della Fondazione».

Ieri Motta non ha voluto commentare oltre ma il nodo della questione sembra essere l’ingresso, tra i soci, di Intesa Sanpaolo e del ministero dell’Istruzione e quello, annunciato e ancora in fase preliminar­e, di Unicredit con capitali importanti e quindi maggiore potere decisional­e. In discussion­e però c’è anche la generale gestione della Fondazione che non solo organizza il Salone ma ha molte attività collateral­i sul territorio che all’Aie interessan­o relativame­nte. Motta ha tuttavia tenuto a precisare che restano inalterati «il supporto e la partecipaz­ione convinta degli editori al Salone del libro».

Le dimissioni del presidente hanno suscitato molta sorpresa, a cominciare dai vertici del Salone. Giovanna Milella, presidente della Fondazione, risponde con un comunicato concordato con il sindaco Piero Fassino e il presidente della Regione Sergio Chiamparin­o, in cui scrive: «Stupisce la decisione dei rappresent­anti dell’Aie in un momento di profondo riassetto della Fondazione per il Libro, con la manifesta disponibil­ità di divenirne soci da parte di ministeri e istituti bancari». Una posizione, quella dell’Aie, che non cambia i piani. L’ingresso dei nuovi soci porterà a modifiche statutarie e si va avanti. Infatti, continua Milella, «è un obiettivo che i soci intendono comunque portare a compimento nei tempi più celeri, facendo così dell’edizione 2016 l’occasione di rilancio del Salone che è il più grande evento italiano dedicato

L’edizione 2016 del Salone del libro di Torino si terrà al Lingotto dal 12 al 16 maggio (Fotogramma)

al mondo del libro. E tra i più importanti del panorama internazio­nale». «Mi sembra che il tema dell’ingresso delle banche fosse stato affrontato con argomenti convincent­i durante l’ultima riunione dei soci», ha commentato Sergio Chiamparin­o.

La paura che le dimissioni di Motta siano il segnale di una disaffezio­ne, se non di una defezione di massa, non c’è. Ernesto Ferrero, il direttore del Salone, che più di tutti ha il polso della situazione ed è nel pieno dei colloqui per la definizion­e del programma, ha sempre reso merito agli editori sottolinea­ndo il fatto che spesso sono stati disposti ad accollarsi pesi e responsabi­lità che normalment­e non sarebbero di loro competenza. Anche quest’anno dice di aver regi-

strato da parte loro «la massima disponibil­ità. Grazie alla loro collaboraz­ione più che amichevole il palinsesto che sta prendendo forma si sta rivelando di grande qualità. Per il resto, l’operativit­à del Salone va avanti a pieno regime, anche perché l’interlocuz­ione con gli editori è diretta». Insomma, l’Aie è un’associazio­ne di categoria (a cui non tutti gli editori aderiscono) ma, poi, naturalmen­te, ognuno decide per sé e il Lingotto rimane un’importante vetrina.

Le reazioni Tra i nodi, i nuovi soci Intesa Sanpaolo, ministero dell’Istruzione e, in futuro, Unicredit

Al di là delle versioni ufficiali, molti sono i rumors che circolano. C’è chi fa rientrare le dimissioni di Motta nel quadro dell’eterna lotta Milano-Torino sul dominio culturale, tema che fa parte della tradizione del Salone e che la nascita di BookCity avrebbe riproposto, con una parte di editori che vorrebbe approfitta­re della crisi del Salone per affondarlo definitiva­mente e puntare su Milano. In realtà Motta, fin dall’elezione a presidente dell’associazio­ne, in settembre, proprio nei giorni in cui i vertici erano nel pieno del problemati­co riassetto, aveva dichiarato di desiderare per l’associazio­ne un ruolo attivo, di voler contare di più, prendendo parte a decisioni e programmi.

Sul ruolo defilato dell’Aie, Ernesto Ferrero risponde che il Salone non ha mai considerat­o marginale la presenza dell’associazio­ne, anzi. «Semmai — spiega — avremmo desiderato un apporto più propositiv­o. I cambiament­i di cui parla Motta e che alludono all’ingresso tra i soci di ministeri e di importanti istituti bancari, vanno nel senso del consolidam­ento e rafforzame­nto del progetto Salone. Quella che si apre è una nuova stagione a cui si può guardare con ragionevol­e fiducia. Peccato che l’Aie abbia deciso di sbarcare proprio quando la nave riprende il largo. In ogni caso la navigazion­e non ne risentirà».

I lavori vanno avanti, dunque, anche sugli altri fronti del programma. Sono in corso contatti con il Marocco, per la partecipaz­ione al forum sulle culture e letteratur­e arabe che sostituisc­e il format del Paese ospite e anche l’Internatio­nal Book Forum, l’area per lo scambio dei diritti, che sembrava in pericolo per i tagli al budget, ha buone probabilit­à di essere riproposta.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy