Piazzetta Cuccia e i nuovi equilibri del business
Il nuovo equilibrio perseguito con il riposizionamento del business di Mediobanca avviato nel 2013 con il piano industriale sembra dare i frutti auspicati. Il contributo del «polo» retail e consumer all’utile operativo è cresciuto dal 10% del 2014 al 30%. E al risultato partecipano per un altro terzo a testa l’investment banking e l’allocazione del capitale in Generali. E sempre grazie al nuovo bilanciamento delle attività, da un lato il traino di Compass nel credito al consumo ha garantito un aumento del margine d’interesse del 10%, in un periodo di tassi tendenti a zero, dall’altro hanno accelerato nell’ultimo trimestre i ricavi da commissioni che provengono dall’attività «core» di banca d’affari, ma non solo: anche dal risparmio gestito e quindi dal retail banking di Chebanca! Ricavi che sembrano destinati a crescere con l’integrazione di Barclays Italia e il contributo di Cairn, società attiva nel credit asset management, business che può registrare aperture significative in Italia con le garanzie messe a punto dal governo per smaltire i crediti deteriorati. Oggi le masse gestite fra private banking, risparmio nei fondi, attivi creditizi sono raddoppiate a 40 miliardi.
La riorganizzazione, alla quale ha corrisposto la vendita di partecipazioni per 2 miliardi nel periodo di piano, ha reso più stabile la redditività (nel semestre l’utile è cresciuto sebbene siano dimezzati i profitti da trading). Nello stesso tempo la banca ha agito per ridurre il costo del rischio e migliorare l’asset quality: le attività deteriorate nette sono diminuite per il quarto trimestre consecutivo (meno 12% a quota un miliardo) e incidono sul patrimonio di vigilanza per il 15%, contro una media europea del 38% e italiana del 119%. Liberarsi del ruolo di holding, uscire dai patti, vendere le partecipazioni e costruire nuovi equilibri nel business bancario ha richiesto tempo. Ma ha dato frutti.