L’attacco Lazio si sveglia, il Verona inguaiato
Cinque gol per gli uomini di Pioli che sul 3-0 commettono l’errore di distrarsi
Matri, Mauri, Felipe Anderson, Keita e Candreva: dopo 315’ di astinenza segnano tutti gli attaccanti di Pioli, sono loro che rilanciano la Lazio e stoppano la rincorsa del Verona. Che, alla fine, riesce solo a spaventare per qualche minuto l’Olimpico accorciando con una bella punizione dell’ex romanista Leandro Greco e con un guizzo dell’immortale Luca Toni; ma che, alla vigilia, nonostante l’ultimo posto era considerato un pessimo cliente un po’ per il tenore delle sue recenti prestazioni (4 pari e una vittoria) dalle quali emergeva la grande motivazione di Delneri verso l’impresa salvezza, già difficile e ora più complicata.
E un po’ per le condizioni in cui da tempo versa la Lazio di Pioli: pochi gol realizzati da un attacco fino a ieri inceppato ( contro il Chievo, 4- 1 del 24 gennaio, le ultime reti segnate), una brutta contestazione rinfocolata dalla classifica mediocre e nessun sostegno dai tifosi, anche ieri presenti all’Olimpico solo in 3mila e tutti zitti ad ascoltare il chiassoso manipolo di tifosi del Verona.
E forse è proprio tutto questo che, nel noiosissimo primo tempo, ha reso pesanti le gambe dei giocatori laziali. Anzi, il primo sussulto è stato di Pazzini, un colpo di testa su cui Marchetti si è dovuto superare. Poi ci ha pensato Matri in chiusura di frazione con un diagonale alla sua maniera. Da lì, forse, è scattato qualcosa: Mauri ha raddoppiato su imbeccata di Cataldi all’inizio del secondo tempo, quindi Felipe Anderson per il gol che è sembrato della sicurezza. Un abbaglio, perché prima Greco e poi Toni hanno regalato un brivido a Pioli che le reti di Keita, un bellissimo destro al volo su assist di Klose, e Candreva (su rigore) sono riuscite a far scomparire dietro un rotondo, e un po’ ingannevole, 5-2 finale.