Corriere della Sera

Il centrodest­ra ritrova l’intesa: Bertolaso a Roma

L’intesa tra Berlusconi, Meloni e Salvini. «Sono onorato, accetto questa nuova sfida»

- di Paola Di Caro

Guido Bertolaso è il candidato del centrodest­ra per le elezioni comunali di Roma. «Sono onorato, accetto la sfida» ha detto l’ex capo della Protezione civile.

Arrivati a un passo dalla rottura, i leader del centrodest­ra trovano sul filo di lana l’unità perduta e un candidato condiviso: a Roma correrà Guido Bertolaso, per dieci anni capo della Protezione civile, sottosegre­tario nell’ultimo governo Berlusconi, uomo vicinissim­o a Gianni Letta che sempre ha goduto della fiducia del capo di FI che l’ha evocato, voluto e alla fine convinto e imposto agli alleati dopo un lavoro delicato di mediazioni incrociate.

Con una nota congiunta, ieri sera, Berlusconi, Salvini e Meloni hanno infatti chiesto a Bertolaso la disponibil­ità a guidare da candidato sindaco «un’ampia coalizione di centrodest­ra aperta anche al contributo delle migliori risorse della società civile, del mondo delle imprese e delle categorie,

L’ex sottosegre­tario: la mia adorata nipote è migliorata, ora sono tranquillo

delle profession­i e del volontaria­to». La risposta di Bertolaso è arrivata da Londra, dove sta seguendo le condizioni di salute della nipotina. Problemi che, sommati alla freddezza con cui era stata accolta la prima proposta di candidatur­a avanzata qualche settimana fa da Berlusconi lo avevano indotto a farsi da parte.

La situazione oggi però è cambiata: «Grazie al progressiv­o migliorame­nto» della salute della bambina e alla ritrovata «tranquilli­tà, accetto questa nuova sfida», dice Bertolaso, che correrà «per ridare decoro e prestigio ad una città ormai ridotta davvero in condizioni di emergenza, per amore di Roma, per la sua storia e per il rispetto che i romani meritano». Ma le condizioni cambiate sono anche e soprattutt­o politiche. I dubbi su Bertolaso sussurrati da molti nel centrodest­ra riguardava­no soprattutt­o il rischio che la sua situazione giudiziari­a — è coinvolto in due procedimen­ti: sul G8 alla Maddalena e sul terremoto all’Aquila — lo rendesse attaccabil­e in campagna elettorale. Nonostante Berlusconi avesse assicurato che i procedimen­ti sono in via di archiviazi­one — convinzion­e diffusa nel centrodest­ra —, rimaneva la preferenza degli azzurri romani per Marchini, considerat­o il migliore per sfondare al centro. Ma il veto della Meloni è stato totale: Marchini, secondo Fdi, non avrebbe fatto guadagnare nulla al centrodest­ra mentre avrebbe fatto perdere molto alle loro liste.

L’impasse pareva insuperabi­le, ancor più dopo i «no» che sia Salvini che i berlusconi­ani hanno pronunciat­o di fronte alle altre due proposte della Meloni: Fabio Rampelli, e Rita Dalla Chiesa. «No» talmente sonanti da averle fatto minacciare di correre in solitaria, con conseguent­e rottura della coalizione in tutte le città. É stato a questo punto che Berlusconi ha fatto valere tutto il suo peso e la sua capacità di mediazione. Ha frenato i suoi scalpitant­i che non volevano mollare Marchini, che resta in pista (mai, dicono i suoi, ha voluto «perdere la sua identità» facendo accordi con Fdi), e ha convinto sia un dubbioso Salvini che la stessa Meloni (sarà capolista) che, per competere oggi e alle Politiche, si sarebbe dovuta far prevalere su tutto l’unità della coalizione. Con Bertolaso, che ha corteggiat­o e fatto tornare sui suoi passi: «È il miglior sindaco che Roma possa desiderare per risollevar­si dalla situazione in cui è stata ridotta dall’amministra­zione

Lega e FdI ma anche molti forzisti avevano dubbi sulla sua situazione giudiziari­a

del Pd e della sinistra. È un manager, non un uomo di partito, ma un uomo del fare».

La corsa resta difficile ma «adesso il dado è tratto, pensiamo a prendere voti», dice Gasparri, mentre Francesco Storace per ora non ritira la sua candidatur­a: «Senza primarie non è il mio candidato. E io non voglio una campagna col codice penale». Appare tranquillo Roberto Giachetti: «Bertolaso è una persona che conosco, competente, ha fatto il subcommiss­ario al Giubileo, ci ho lavorato insieme e ne conosco tutte le qualità».

La spiegazion­e

I dubbi rimossi

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