Deutsche Bank, forte ripresa dei titoli in Borsa
La banca annuncia un maxi riacquisto di obbligazioni per 5 miliardi di euro, titolo su del 12%
La reazione di Deutsche Bank alle bordate del mercato — che hanno fatto perdere all’istituto tedesco circa il 40% da inizio anno — e ai timori che il colosso di Francoforte potesse addirittura mancare il pagamento di una cedola di un bond ad aprile, è stata giocata sul mercato: il varo di un maxi riacquisto di obbligazioni per 5 miliardi di euro che è equivalso a una prova di forza e a un colpo di reni del titolo: ieri +12%, risalendo sopra quota 15 euro.
La mossa a difesa dell’istituto elaborata dal nuovo ceo John Cryan ieri ha raggiunto l’obiettivo. È stata una strategia complessiva giocata su più livelli, anche su quello politico, visto che per la seconda volta in tre giorni il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, è tornato a ribadire che Deutsche Bank — che ha come primi azionisti attorno al 6% ciascuno il Qatar e il fondo Usa BlackRock — è «forte e ben posizionata». Una dichiarazione sulla scia delle parole di Cryan che la banca è «solida come una roccia».
Il direttore finanziario dell’istituto, Marcus Schenk, ha spiegato che il buyback dei titoli (tutti bond senior senza garanzie, 3 miliardi in euro, 2 miliardi in dollari) è stato possibile grazie ai 215 miliardi di euro di liquidità disponibile al tasso di copertura degli impegni di liquidità pari al 120%. Inoltre ha spiegato che l’operazione non cambierà i piani di finanziamento della banca per l’anno in corso. Per Db è anche un affare: acquistando i titoli sotto il prezzo di emissione, realizza un profitto e riduce il debito. Ma non solo: di fatto — ha continuato il banchiere — aiuta anche gli investitori obbligazionari che si trovano in condizioni di mercato complesse, fornendo loro liquidità.
La linea è insomma: rassicurare i mercati, che in questi giorni hanno dubitato della solidità dell’istituto facendo impennare le assicurazioni contro l’insolvenza (i cosiddetti credit default swap). Tutti i numeri indicati ieri peraltro erano già noti sul mercato. Erano stati illustrati con i conti del 2015 chiusi con una maxiperdita di 6,8 miliardi — soprattutto a causa dei pesanti accantonamenti per le cause legali — e con lo stop ai dividendi per due anni.
Ma il mercato ormai non fa tanta differenza e si è concentrato in questi giorni su un particolare tipo di obbligazioni, dette At1, con più difficoltà a essere liquidate sul mercato (e le prime a essere convertite in capitale vero e proprio in caso di necessità). La banca nei giorni scorsi ha dovuto chiarire espressamente — ribadendo anche questa volta concetti e numeri già resi noti con il bilancio annuale — di avere cassa sufficiente per pagare la cedola di 350 milioni di euro in scadenza a fine aprile. Ma già il semplice puntualizzare un impegno tutto sommato limitato per un colosso come Db è servito al mercato come appiglio per scatenare le vendite, temendo ripercussioni sul capitale. Che la banca ieri ha smentito con i fatti.