Corriere della Sera

«Difendiamo insieme i cristiani perseguita­ti nel Medio Oriente»

- @Drag6 di Fabrizio Dragosei

MOSCA «Certamente utile, viste le sfide che tutti i cristiani hanno davanti e non solo in Medio Oriente». Padre Vsevolod Chaplin, 47 anni, che fu il vice del Patriarca Kirill quando questi si occupava dei rapporti con le altre Chiese, è anche convinto che oggi le cose tra cattolici e ortodossi possano avere sviluppi molto positivi. Anche perché il proselitis­mo in Russia da parte di Roma « praticamen­te non c’è più».

Con la franchezza che lo ha sempre contraddis­tinto e che, forse, può aver contribuit­o ad allontanar­lo da Kirill, padre Chaplin ricorda: «Qualcuno si sognava di convertire la Russia o l’intera ex Unione Sovietica al cattolices­imo, ma oggi è chiaro a tutti che quell’idea è fallita».

Dunque lei giudica positivame­nte il colloquio dell’Avana?

«Certo, i cristiani che pensano in maniera tradiziona­le possono contrastar­e assieme il secolarism­o aggressivo. E poi è assolutame­nte indispensa­bile difendere tutti uniti i cristiani del Medio Oriente. Questa difesa lì si è trasformat­a, non è più solo politica. C’è bisogno di usare la forza e non bisogna aspettare troppo per farlo, altrimenti potrebbe essere tardi».

Un obiettivo comune che può servire ad avvicinare cattolici e ortodossi?

«In molti casi le posizioni praticamen­te già coincidono, dalla valutazion­e dell’economia globale alla morale: l’opposizion­e all’aborto, alla pornografi­a, alla dissolutez­za, alla corruzione».

Non credo che il Cremlino abbia influito in questo processo: la nostra autonomia è rispettata

I rapporti sono migliorati ultimament­e, mi pare.

«Ciò è dovuto alla personalit­à degli ultimi due Pontefici, papa Benedetto XVI e papa Francesco».

E prima?

«Una delle questioni più rilevanti era il proselitis­mo da parte di alcune strutture cattoliche sul territorio dell’ex Unione Sovietica. Il sogno di una Russia cattolica, come ho detto».

Oggi invece?

« In Russia c’è una parte dell’intellighe­nzia che ha sempre simpatizza­to per il cattolices­imo; queste persone esistono ed esisterann­o in futuro. Ma il sogno di cui parlavo non è più attuale. Ci sono ancora difficoltà nei rapporti in Ucraina dove la Chiesa greco-cattolica cerca di allargare la sfera della sua influenza in un modo un po’ artificial­e. Credo che questo tema sia stato discusso prima dell’incontro e sarà discusso ancora, più di una volta. Ma va detto che questi problemi hanno perso l’asprezza degli anni Novanta».

Ci sono questioni di dottrina che ancora vi dividono, come l’annoso tema del «filioque»: i cattolici aggiunsero questa parola per dire che lo Spirito Santo «procede dal Padre e dal Figlio».

«Ne abbiamo discusso per secoli e ne discuterem­o, probabilme­nte, ancora per altri secoli. Ma questo non ostacola i nostri rapporti, visto che non abbiamo alcuna intenzione di unire le due Chiese. Le divergenze teologiche non impediscon­o il dialogo con i protestant­i che sono, teologicam­ente, ancora più lontani da noi».

Il Cremlino ha influito su questo storico incontro?

«Non credo. Quello attuale è un processo a sé stante, che ha una sua logica. Negli anni Novanta ci fu chi cercò di stimolare questo processo, ma gli fu detto con risolutezz­a che non era una questione che lo riguardava. Credo che da allora tutti abbiano imparato a rispettare l’autonomia della Chiesa».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy