«Così la riforma è discriminatoria A tutte le coop diritto di scelta»
«Questa soluzione è peggio di nessuna soluzione». L’idea che le banche di credito cooperativo con più di 200 milioni di patrimonio possano sottrarsi al meccanismo di riforma che impone loro di aderire alla holding unica del settore non piace al viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti. «Deve valere per tutti la possibilità di scegliere, altrimenti diventa una norma discriminatoria».
Cominciamo dall’inizio. La misura approvata dal governo mortifica il progetto di autoriforma delle Bbc e delle casse rurali?
«Non credo che il mondo delle Bcc ne esca mortificato. L’impostazione di fondo della riforma è corretta, coraggiosa e deve assolutamente arrivare in porto. Per una ragione chiara: interviene sull’imprescindibile processo di crescente integrazione bancaria. Va, inoltre, ricordato che la riforma tutela l’identità territoriale e l’autonomia gestionale delle banche».
Quindi cosa non le piace?
«C’è un aspetto che va profondamente modificato. La norma che consente alle banche cooperative con più di 200 milioni di patrimonio di trasformarsi in spa, versando all’Erario il 20% delle riserve indivisibili e appropriandosi del restante 80%: ci sta come i cavoli a merenda».
Perché la norma va corretta?
«Per noi di Scelta Civica è giusto che ci sia un meccanismo di cosidetta way out che permetta di non aderire al gruppo cooperativo unico previsto dalla riforma. Ma non con queste modalità. Una soglia, quale che sia, è sbagliata. Tutte le banche devono poter scegliere. E, poi, aggiungo che la riforma non può in alcun modo portare allo snaturamento della destinazione delle riserve indivisibili».
Quelle risorse, accumulate in esenzione di imposta, quale destinazione devono avere?
«Semplice: dovrebbero entrare nei fondi mutualistici. Così facendo vanno in parte all’erario e in parte a soggetti privati. Le soluzione tecniche alternative ci sono e meritano un approfondito dibattito in sede parlamentare.