Hotel, avvocati, spese in Kazakistan Ecco gli sperperi di Banca Etruria
Per un semplice parere versati 50 mila euro. L’ipotesi della bancarotta fraudolenta
messi «sotto osservazione» dai funzionari di Bankitalia perché mancano le delibere di autorizzazione, oppure sono stati pagati più di quanto pattuito o ancora — ed è la maggioranza — hanno svolto incarichi identici a quelli affidati a funzionari e dipendenti della stessa Etruria.
Una situazione tanto grave da spingere gli ispettori a chiedere formalmente «il rafforzamento dei presidi riguardo ai momenti di delibera e formalizzazione degli incarichi, nonché i riscontri delle attività svolte, onde evitare il ripetersi delle anomalie rilevate».
Raccomandazione che non risulta essere stata rispettata. Tra i casi più eclatanti quello del professor Enrico Laghi. Scrivono gli ispettori: «È stata pagata una fattura da 50 mila 752 euro. Oggetto della consulenza è un parere sulla contabilizzazione dell’operazione Palazzo della Fonte. Non rinvenuta specifica delibera in quanto i verbali del Consiglio di amministrazione fanno riferimento ad un parere espresso da Laghi ma non riportano le somme da corrispondere per tale attività. Nella pratica non è presente il contratto o l’incarico. L’attività di consulenza si è concreterne Il documento Un estratto della sentenza in cui si dichiara l’insolvenza di Banca Etruria tizzata in un unico parere datato 14 marzo 2014».
L’aumento di capitale
Nonostante le strutture in- specializzate, per ogni nuovo progetto ci si rivolgeva fuori, anche se ciò comportava un notevole aggravio di spesa. Alla «Jci Capital Limited» vengono versati nel 2013 ben un milione e 851 mila euro. Nella relazione finale sono ben evidenziate le «anomalie» riscontrate: «Due fatture di 484 mila euro e un milione 331 mila euro sono relative all’assistenza per l’operazione di aumento di capitale. La fattura di 36 mila euro è invece relativa a prestazioni per assistenza per emissione prestito obbligatorio subordinato del 3 luglio 2014. Quest’ultima non risulta conforme alla delibera
La procura
L’inchiesta si concentra sull’operato del cda di cui faceva parte anche Pierluigi Boschi