Corriere della Sera

Un bel «bagnetto» avrebbe salvato la mia pianta dalle punte annerite

- Di Carlo Contesso

icordate il Cymbidium ‘Ice Cascade’ visto in una vetrina ad Amsterdam nel dicembre 2014, e trovato qui in Italia poco dopo? Dopo la fioritura sposto la pianta più al fresco e alla luce sulle scale condominia­li; e, passato il gelo, in giardino. A quel punto è palese che il vaso è ormai troppo piccolo: sulla sommità non c’è più spazio per i nuovi pseudobulb­i, e lo stesso vaso di plastica è deformato dalla pressione delle radici. Allora scelgo un vaso di plastica più largo di circa 78cm — pare che quelli in terracotta vadano meglio perché mantengono più asciutte le radici, ma non ne avevo — e con pazienza certosina taglio il vecchio, ne emerge un blocco di radici compatto come un mattone. Sempre armato di pazienza inizio a districarl­e cercando di non danneggiar­e le radici sane, chiare e turgide, per eliminare quelle secche o marcescent­i... Ora, non so se sia stata la pressione delle radici o se la pianta che mi è capitata era stata invasata da un operaio iperzelant­e, fatto sta che il blocco di vecchio substrato è compatto quanto un mattone di tufo! A fatica, riesco a eliminarne meno di metà. Inizia a piovere, si sta facendo buio ed io mi son messo a fare questo lavoro nel punto sbagliato, quindi rinvaso quanto resta con corteccia a pezzatura medio/fine e la metto a mezz’ombra in giardino. La pianta cresce, ha rifiorito bene, ma la punta di molte foglie è annerita( nella foto): segno di una malattia fungina probabilme­nte dovuta alla troppa umidità trattenuta dal vecchio substrato. Ah, se solo avessi pensato d’immergerlo in un secchio d’acqua per qualche ora per ammorbidir­e il vecchio substrato, non dovrei svasarlo tra qualche settimana e iniziare tutto daccapo. Abbiate meno fretta di me. carloconte­sso@yahoo.com

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