Corriere della Sera

Alla scoperta dei mille volti del Festival tra eroi da circo e purgatori danteschi

Il regista Brizzi nella giuria di qualità: la mia passione da quando nacque la tv a colori

- di Fausto Brizzi

Il primo Festival che ricordo è quello del 1977. Un’edizione speciale perché fu la prima trasmessa a colori e la prima al teatro Ariston. Avevo nove anni e assistetti, seduto accanto ai miei nonni, alla vittoria degli Homo Sapiens con «Bella da morire», proclamata da Mike Bongiorno e dalla fatina Maria Giovanna Elmi della quale ero perdutamen­te innamorato. Da allora non ho perso un’annata della tenzone canzonetti­stica. Una passione, può dire qualcuno, una perversion­e qualche altro.

Non avrei mai immaginato però che un giorno ci sarei venuto da giurato, anzi da esperto come ci chiama Carlo Conti. La prima cosa che ho scoperto in questi giorni in riviera è che il Festival non somiglia affatto

Lasciapass­are «Il bene più prezioso è soltanto uno: il pass per il libero accesso alle varie zone del teatro»

al programma che vediamo in tv. Il vero spettacolo non è ripreso dalle telecamere di Raiuno, ma si svolge nelle strade della cittadina ligure. Gruppi che suonano per strada fino al mattino come fosse Capodanno, sosia di personaggi famosi che si aggirano per motivi a me misteriosi, soubrette vintage che cercano disperatam­ente un’intervista, cantanti eliminati che piangono abbracciat­i ai loro discografi­ci, ricordando­si di avere in fondo poco più di diciott’anni. Un incredibil­e circo felliniano.

Dovete sapere inoltre che a Sanremo in questi giorni non circola più l’Euro, non è importante chi possiede una casa vista mare o la barca più grande. No. Il bene più prezioso, lo status symbol assoluto, perché non in vendita su eBay, è soltanto uno: il pass. Il fondamenta­le cartellino con la tua foto che dà libero accesso alle varie zone dell’Ariston è meglio di una Ferrari per gridare al mondo che sei uno che conta. Sopra ci sono alcune strisce colorate che indicano fino a dove ti puoi spingere: sala stampa, green room, camerini, teatro, backstage o, addirittur­a, palco.

Ieri, come un esplorator­e, mi sono infilato in tutti i meandri dell’immensa multisala sanremese. La sala stampa è più grande di quella di Washington dove fa i discorsi alla nazione il buon Obama. Un’aula magna dove tutti tifano e si godono il Festival in un’apparente eterna ricreazion­e. La green room è il Purgatorio dove aspettano i cantanti e il loro entourage prima dell’esibizione e dove tornano subito dopo con altri emoticons sul viso. È l’anticamera dell’Inferno o del Paradiso. Da una parte l’oblio, dall’altra Spotify. È qui che bivaccano tutti i discografi­ci, è qui che se tendi le orecchie senti tramare nell’ombra i Mazzarini dell’hit parade, che tessono le trame per il prossimo Sanremo. La cosa curiosa è che si trova proprio sotto il palco, sopra si sentono rimbombare i sussulti delle band e i tacchi di Madalina. Poi ci sono i camerini: niente di sfarzoso, tanto nessuno ha il tempo di restarci troppo a lungo, Sanremo è una macchina che non si può permettere pitstop.

L’emozione vera la provi quando attraversi il backstage e sali sul palco. L’ho fatto durante una pausa pubblicita­ria, mentre a casa si discuteva (ne sono certo, succede ogni anno) di quanto erano più belle le canzoni di una volta. E quello

La città «Il vero spettacolo non è ripreso dalle telecamere: si svolge nelle strade»

che ho visto mi ha lasciato a bocca aperta. Seduta di fronte a me c’era l’Italia. Ma non parlo di quelli a casa, di quel 50% di share che ormai sappiamo, no, parlo proprio di quelli seduti in platea. Davanti a me c’era una fotografia dell’Italia di oggi. Un Paese congelato nel tempo. Fateci caso stasera quando guardate la tv. Da una parte ci sono Carlo, Virginia, Gabriel e Madalina, ma nel controcamp­o, la Rai utilizza sempre la stessa inquadratu­ra da trent’anni, proprio da quel lontano ’77, durante il quale l’Italia manifestav­a e la tv di Stato passava dal bianco e nero al colore. Sono ancora tutti lì seduti. In fondo l’Italia non cambia, perché dovrebbe cambiare Sanremo?

 ??  ?? L’esordio di Madalina Sotto, la prima apparizion­e della modella e attrice romena Madalina Ghenea sul palco dell’Ariston ieri sera
L’esordio di Madalina Sotto, la prima apparizion­e della modella e attrice romena Madalina Ghenea sul palco dell’Ariston ieri sera
 ??  ?? Il duetto romantico Giovanni Caccamo e Deborah Iurato convincono con la romantica «Via da qui», favorita per i bookmaker
Il duetto romantico Giovanni Caccamo e Deborah Iurato convincono con la romantica «Via da qui», favorita per i bookmaker
 ??  ?? «Amen» primo Francesco Gabbani, «ripescato» ieri ha vinto la sezione Nuove Proposte con il brano «Amen»
«Amen» primo Francesco Gabbani, «ripescato» ieri ha vinto la sezione Nuove Proposte con il brano «Amen»
 ??  ?? Le paillettes di Patty Con la sua «Cieli immensi», Patty Pravo festeggia sul palco dell’Ariston 50 anni di carriera
Le paillettes di Patty Con la sua «Cieli immensi», Patty Pravo festeggia sul palco dell’Ariston 50 anni di carriera
 ??  ?? Il lifting di Elio Un boato dell’Ariston ha accolto «Vincere l’odio» di Elio e le Storie Tese, sul palco con lifting facciale
Il lifting di Elio Un boato dell’Ariston ha accolto «Vincere l’odio» di Elio e le Storie Tese, sul palco con lifting facciale

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