PREOCCUPAZIONI
Futuro del Belpaese Col motorino fabbricato a Formosa e con carburante mediorientale, nel mio giubbotto vietnamita e scarpe sportive del Laos, sono andato nel negozio italiano a cambiare una lampadina bruciata. Non ne avevano di eguali, cinesi, ma solo una indiana. Non avevano merci italiane, ma mi hanno ricordato che l’alta tecnologia è ancora occidentale. Si, per 6 mesi secondo me. Il tempo di imitarla e rivendercela. Indifferenti, gli italiani viaggiano in auto coreane e giapponesi ed entrano in negozi cinesi di cibi o di abbigliamento che forse non hanno passato nemmeno la dogana. Riusciamo ancora ad avere pesce fresco nonostante la scarsa itticoltura così trascurata dallo Stato, ma fino a quando? Nemmeno il turismo è al sicuro: all’estero hanno già riprodotto Venezia e Portofino in perfette misure originali. Presto avremo il Duomo di Milano a Calcutta, quello di Orvieto a Ulan Bator e la Mole antonelliana a Singapore. Una volta eravamo noi i «cinesi» d’Europa con il Pil a 2 cifre. Oggi siamo pieni di disoccupati e i datori di lavoro si suicidano. Potremmo solo esportare tanti politici, ma quelli stanno attaccati ai loro privilegi e alle loro poltrone. E poi, chi li vorrebbe?
Oscar Neri
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