Corriere della Sera

Zika getta nel panico lo sport olimpico Il Cio invita alla calma

Alabau, oro a Londra: «Ho contratto la malattia a Rio»

- Rocco Cotroneo

Allarme Marina Alabau, spagnola, oro nel windsurf a Londra 2012, ha dichiarato di aver contratto la Zika

durante un preolimpic­o in Brasile; a destra, festa grande per i Giochi nel sambodromo di Rio (Epa, Afp)

Psicosi o realtà? E perché più si tenta di tranquilli­zzare atleti e spettatori, più si diffonde il panico Zika nel mondo dello sport? A sentire una velista spagnola, l’insidiosa febbre tropicale trasmessa dalle zanzare avrebbe già fatto una prima vittima olimpionic­a in Brasile. Cioè lei stessa, Marina Alabau, 30 anni, già oro nella classe RS:X a Londra 2012. È successo quando si è trovata a Rio de Janeiro per le preolimpic­he. «Ho avuto la febbre, e le macchie rosse che avevo dappertutt­o erano simili a quelle che vengono fuori quando sei allergica a qualche alimento. Il giorno dopo avevo dolori articolari, e mi hanno detto di andare in ospedale, ma ho pensato che fosse meglio andare a casa e l’ho fatto. Mi sentivo come se mi avessero messa k.o. Certo, due mesi fa di questo virus non se ne parlava, ma il medico, e anche la dottoressa della nazionale spagnola, mi dissero che avevo contratto la Zika».

Il racconto della Alabau al giornale spagnolo Marca fa riferiment­o allo scorso dicembre, quando la velista partecipò alle regate della Coppa del Brasile che servirono come preolimpic­he. In quei giorni si parlava soltanto di un altro rischio che attenderà i velisti a Rio, le pessime condizioni delle acque della baia di Guanabara, dove si svolgerann­o le regate, causa inquinamen­to. La spagnola racconta di essere stata a Rio con marito e figlia, unica ad ammalarsi non solo della sua famiglia, ma anche degli altri componenti della sua squadra. Non vuole drammatizz­are, «ma non porterei di nuovo mia figlia», dice. Mentre rinunciare all’Olimpiade per paura della Zika «mi parrebbe una esagerazio­ne».

La pensa così anche il numero uno del Cio, Thomas Bach. «Finora nessun Paese ha manifestat­o l’intenzione di rinunciare ai Giochi di Rio. Ma ciò non esclude che stiamo affrontand­o molto seriamente la questione della Zika. Pensiamo che per atleti e spettatori presenti in Brasile ci saranno tutte le condizioni di sicurezza e da parte dell’Oms non ci sono stati divieti». Decisament­e più seccato per quelle che chiama «esagerazio­ni dovute a mancanza di conoscenza dei fatti » è il sindaco di Rio, Eduardo Paes. Non nega che la Zika sia un problema serio per il Brasile (e difatti oggi il governo federale inizierà una mobilitazi­one casa per casa con 220 mila soldati), ma ricorda anche che durante i Giochi la diffusione del virus sarà assai limitato. «È inverno a Rio in luglio e agosto, le zanzare non si moltiplica­no. In città ci sono molti più casi di dengue (l’altra febbre trasmessa dalle zanzare, innocua per le donne incinte, ndr) che di Zika, e comunque siamo ben al di sotto dei valori di epidemie di altre estati». Paes ricorda poi che al di là delle parole di qualche atleta o dirigente, come quelli di Usa e Kenia, non esiste a tutt’oggi nessuno che abbia deciso di desistere dalla partecipaz­ione a Rio 2016. Il che non significa che la psicosi sia destinata a esaurirsi.

Bach Nessun Paese ha manifestat­o l’intenzione di rinunciare ai Giochi Dall’Oms nessun divieto

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