Cassano: «Al Real sbagliai io, ero sessodipendente»
Fantantonio racconta l’esperienza spagnola: «Le ragazze volevano Beckham, ma era sposato...»
Sesso, cibo e calcio: i tre motivi per cui vale la pena vivere secondo Antonio Cassano. In una esilarante intervista al quotidiano spagnolo As, Fantantonio ha ripercorso le tappe della sua carriera partendo dalle squadre del cuore («la Samp, l’Inter di cui sono tifoso sin da piccolo e il Parma, dopo tutto quello che è successo») per finire all’occasione sprecata a Madrid. «Al Real ho giocato pochissime partite ma è stata colpa mia. Poi allora c’erano i migliori del mondo e della storia come Ronaldo, Zidane e Raul». Quindi l’attaccante barese fra un rimpianto e un sorriso ha raccontato:
Confessione Antonio Cassano, 33 anni, trascinatore della Sampdoria (Sport Image)
«Non potevo dire di no al Real, molta gente avrebbe pagato per giocare lì ma in campo andava solo uno fra me e Robinho. Ho cominciato bene, segnando ma quando vai a Madrid puoi fare due cose: staaltro
re con la famiglia, concentrato o andare in giro a fare lo stupido. E io ho fatto la seconda». E ha spiegato: «A quei tempi ero sessodipendente. Ero Cassano, il giocatore del Real Madrid. Se avessi fatto qualsiasi mestiere non mi avrebbe guardato nessuno, nemmeno mia madre. Il 100% delle ragazze voleva Beckham ma non era possibile perché era sposato e aveva un figlio. Io avevo una ragazza quando sono arrivato in Spagna, ma dopo un mese... Cibo, sesso e calcio? Perfetto, è la cosa migliore fino al 2 febbraio del 2008. Poi quel giorno ho incontrato mia moglie». E ha smesso di inseguire le donne ma non il cibo. «A Madrid pesavo 93 chili, quando il mio peso ideale è di 83. Per darvi un’idea ho iniziato questa stagione con 95». Ora la bilancia si è stabilizzata sul peso forma. «Ma posso ingrassare sette-otto kg in un mese. Nel marzo scorso dopo una settimana in montagna ne ho messi su dieci». Non ha lesinato un ricordo su Totti. «Da quando ero piccolo desideravo giocare con Francesco: ho vissuto a casa sua sei mesi quando ho firmato con la Roma. Poi abbiamo litigato per mancanza di rispetto e lui smise di parlarmi per due anni». A quei tempi si rese protagonista di una cassanata memorabile: «Alla vigilia di un 4-0 con la Juve, rubai le chiavi di Trigoria e mi ripresentai alle sei. Il giorno dopo siglai una doppietta».
A Madrid pesavo 93 chili, quando il mio peso ideale è di 83. Questa stagione ho cominciato che ero 95... Desideravo giocare con Totti: ho vissuto a casa sua 6 mesi, poi abbiamo litigato per mancanza di rispetto