La vicenda
Antonio Bassolino, 68 anni, inizia la sua carriera politica giovanissimo con il Pci. Viene eletto in Parlamento per la prima volta nel 1987 ed è nominato ministro del Lavoro durante il governo D’Alema I. Ricopre la carica di sindaco di Napoli dal 1993 al 2000 e, in seguito, di governatore della Campania dal 2000 al 2010
Bassolino ha deciso di correre alle primarie del centrosinistra come sindaco di Napoli e ha perso prendendo 452 voti in meno di Valeria Valente
Dopo la diffusione del video di Fanpage sui presunti brogli alle primarie, l’ex sindaco ha presentato ricorso, che è stato bocciato. Ora pensa a una sua lista
La moglie di Bassolino Anna Maria Carloni, parlamentare pd alla terza legislatura, difende il marito
Che si faccia da parte è escluso, almeno per ora. Ad Antonio Bassolino restano pochissime speranze di trovare nel Pd spazio per le sue rivendicazioni, eppure è ancora sul suo partito che deve lavorare se non vuole uscire di scena ma nemmeno spaccare tutto pur di rimanere in campo.
Tecnicamente gli resta la possibilità di un secondo ricorso, previsto dal regolamento interno nelle 48 ore successive alla proclamazione del vincitore delle primarie. Il successo di Valeria Valente è stato ufficializzato ieri pomeriggio, quindi fino a domani Bassolino si può opporre. I suoi consulenti sono al lavoro e la presentazione del ricorso dovrebbe essere questione di ore.
Un po’ di tempo a disposizione c’è, e all’ex sindaco e governatore servirà per mettere in fila le idee e soprattutto far sfumare la rabbia. Che ieri era tanta. Lui l’ha comunicata via social network, con post e tweet in cui, ancora prima che
«È pazzesco, assurdo... Un colpo di mano. E lo sa qual è l’aspetto più doloroso di questa brutta vicenda?».
Che suo marito, Antonio Bassolino, è fuori dai giochi?
«No, è il fatto che finiscono le relazioni politiche e finiscono le relazioni umane. E quello che stiamo vivendo è più doloroso della fine del Pci. Perché allora una comunità, che era come una famiglia, attraversò una crisi fortissima, ma quel dramma fu gestito dentro una visione». Anna Maria Carloni risponde da Montecitorio alle tre del pomeriggio, quando la commissione di garanzia del Pd è ancora riunita. «Con Valeria Valente abbiamo sempre avuto una relazione forte — racconta la moglie di Bassolino —. Più volte in questi mesi le ho chiesto se aveva pensato di candidarsi a sindaco e lei mi ha sempre risposto di no, giurando che voleva proseguire il suo lavoro parlamentare».
La figlioccia ha «ucciso» il padre politico?
«Ha maturato la scelta di candidarsi senza dirci una parola e questo è l’aspetto più doloroso per chi dà molta importanza alle relazioni umane e al legame tra donne».
Non doveva candidarsi?
«Ne aveva il diritto, ma una relazione presuppone dialogo, franchezza, lealtà, cose che sono
«Sono scioccata e addolorata. Napoli certo non si aspettava che il ricorso di Bassolino venisse liquidato in tre minuti. È una grandissima delusione, che allontanerà gli elettori dal voto. Una decisione molto grave, da un organismo che dovrebbe essere democratico».
Il Pd non è democratico?
«La Commissione si è uniformata agli organismi nazionali, una decisione contraria all’orientamento dell’opinione pubblica. Incomprensibile».