Addio a George Martin, l’uomo che creò i Beatles
DaPaul McCartney al premier Cameron il mondo intero piange George Martin. È morto a 90 anni l’uomo che seppe trasformare il talento dei Beatles in un business planetario, facendo assurgere una semplice band a colonna sonora di un’epoca.
Fra i suoi interventi più incisivi l’allontanamento del batterista Pete Best dalla formazione, sostituito da Ringo Starr. «Per me era un secondo padre» ha dichiarato affranto Paul.
Martin interveniva in studio direttamente. Sua l’idea di realizzare «Yesterday» e «For No One» con una pennellata di musica classica; sua l’idea di utilizzare dei loop (nastri a circuito chiuso) per creare sonorità insolite in «Revolver» e «Sgt. Peppers».Era nato a Londra il 3 gennaio 1926. Entrò alla EMI nel 1950 e divenne prima produttore per l’etichetta Parlophone e poi capo della stessa. Fu lui a portare i Beatles nella celebre compagine discografica. Martin era pacato e intelligente, dotato di talento e intuizione. Fra i suoi «miracoli» il restauro dei nastri originali Insieme I Beatles con Martin e la targa per il disco d’argento ricevuto nel ‘63 dei Fab Four per il cd e il digitale. George, dopo i primi lusinghieri risultati dei Beatles, si aspettava una gratifica che non venne. Così dopo aver scoperto che la EMI aveva incassato grazie a lui 2.200.000 sterline si licenziò e fondò una sua compagnia, la AIR Associated Indipendent Recording.
Il percorso artistico dei Beatles con il produttore fu graduale. Dapprima John e Paul registravano con le loro chitarre acustiche. Poi, con «Yesterday», si optò per un’orchestrazione con numerosi strumenti aggiunti. Nel 1967 l’affiatamento tra la band e Martin si raffreddò e le registrazioni di «Get Back» furono affidate a Phil Spector.
La sua attività non si limitò ai Beatles: fu produttore di molti artisti fra cui gli America e Neil Sedaka. Lavorò, dopo lo scioglimento dei 4 con Ringo Starr e Paul Mc Cartney. I suoi studi di Monteserrat divennero i preferiti dei Dire Straits e perfino dei Rolling Stones.
Uomo di straordinaria discrezione, pur avendo condiviso la crescita musicale del celebre quartetto, scelse un ruolo di testimone e non di protagonista. Non alimentò mai le polemiche che accompagnarono la fine dei Beatles.
Insomma Sir Martin era la personificazione del gentleman britannico, riservato custode di tanti segreti dello star system musicale mondiale.