Corriere della Sera

Il papà di Matthias nella neve «Lasciatemi stare vicino a lui»

Genitore e figlio nel gruppo, solo il primo si è salvato

- di Giusi Fasano

«V oglio stare vicino a lui». Nient’altro. Heinrich non si sarebbe allontanat­o di un centimetro nemmeno se avesse visto un altro cumulo di neve venir giù. «Lasciatemi con lui», la sua sola preghiera.

«Lui», suo figlio Matthias, 16 anni. Gli uomini del soccorso alpino l’hanno trovato che non respirava più e ad Heinrich non è servita nessuna parola di conferma. Gli è bastato vedere le facce dei soccorrito­ri per capire che non c’era più niente da fare. Doveva essere una giornata perfetta. Sole, neve d’alta quota, una sciata indimentic­abile. E invece eccolo qui, quest’uomo a pezzi seduto sulla neve mentre tutti attorno cercano, si agitano, mentre i cani annusano vite sepolte da metri di bianco, mentre gli elicotteri fanno la spola fra il fronte della slavina e quello del dolore, giù a valle. Arrivano scarichi e leggeri, scendono con i morti.

Alle otto di sera Walter Unteregels­bacher, uno degli uomini del soccorso alpino, è così stanco che nemmeno ricorda come si chiama il padre disperato di quel ragazzino morto. «Ho tre figli, se penso a quell’uomo...»

Chissà se pregava, Heinrich. Devi avere un cuore forte per resistere agli scossoni di momenti come quelli. C’erano persone vive, sotto la slavina, anche lui era autorizzat­o a sperare per Matthias. «Poi abbiamo trovato il corpo...», Walter si prende qualche istante di pausa. «E lui non ha detto una parola. Voleva solo stare attaccato al ragazzo. L’ho visto a dieci centimetri da lui per tutto il tempo che è rimasto su, l’ho visto incollato a lui mentre lo caricavano sull’elicottero. È stata una giornata molto difficile per tutti noi, mi creda”.

Matthias era uno studente, è la vittima più giovane dei cinque altoatesin­i (tutti della Val Pusteria) morti ieri mattina sul Monte Nevoso. Aveva cinque anni più di lui Christian Kopfsguter, ragazzone appassiona­to di montagna e sciapinism­o che fino a pochi giorni fa ha postato sul suo profilo Facebook immagini delle sue imprese sportive, in sella a una moto da trial oppure in cima a una vetta oltre i duemila. Allenament­i in quota e fatica a valle: Christian si dava da fare come falegname nell’azienda di famiglia ma il suo vero lavoro era quello di boscaiolo. Anche per questo conosceva palmo a palmo i boschi attorno a Villabassa, il Comune della Val Pusteria dov’era nato.

E poi c’è Bernhard Stoll, 43 anni. Aveva tre figli e una passione irrefrenab­ile per le vette. L’ex sindaco di Villabassa, Kurt Ploner, dice che è stato il solo fra i suoi cittadini a scalare un ottomila. Lo conoscevan­o tutti, in paese, anche per via della sua piccola azienda di impianti elettrici, la Elektro Stoll. Quella di ieri dev’essergli sembrata un’impresa da poco a confronto delle scalate a cui era abituato da scialpinis­ta esperto. C’era un’allerta due su una scala di cinque, c’erano le condizioni atmosferic­he favorevoli e quei gruppetti che si muovevano sotto la punta del Monte Nevoso erano arrivati, come lui, proprio nel punto in cui chi vuole può togliere dai piedi gli sci e proseguire a piedi per gli ultimi metri fino al punto più alto. Bastava pochissimo per fare la differenza fra la vita e la morte. Bastava che quella massa di neve si staccasse qualche minuto dopo...

Sarebbe stata la salvezza anche per Alexander Patrick Rieder, 42 anni, padre di tre bambini e come tutti gli altri con un debole per la montagna. Lavorava al canile municipale, Patrick. E aveva appena finito di costruire una casa per la sua famiglia. Il sindaco del suo Comune, Falken Steiner, dice che adesso non lascerà sola la sua famiglia, che la aiuterà e che tanto per cominciare lancerà una colletta, per sostenere i suoi bambini e sua moglie.

La sola donna fra le vittime si chiamava Margit Gasser, 32 anni. Infermiera a Brunico, Margit era la più piccola della sua famiglia e, come le sue sorelle, nel tempo libero si occupava di volontaria­to. «Non riusciremo mai ad accettare che non ci sia più» dice l’amico Paul Niederbrun­ner.

Sull’altro versante della montagna c’è l’Austria. Ed è austriaca una delle sei vittime: si chiamava Host Wallner, 49 anni, direttore della camera di commercio di Innsbruck. L’hanno portato giù per ultimo, alle quattro e mezzo del pomeriggio. Il pomeriggio di una giornata da dimenticar­e per la Val Pusteria.

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A valle Uno degli elicotteri impegnato nei soccorsi (foto Franco Ferrari)

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