Corriere della Sera

Come evitare i pericoli in montagna

- di Franco Brevini

1 Il percorso dove è accaduto l’incidente che ha provocato la morte di sei alpinisti, è particolar­mente pericoloso?

Il Monte Nevoso è una grande classica dello scialpinis­mo della Valle Aurina, nella parte settentrio­nale dell’Alto Adige. È un territorio di alta montagna, con vasti ghiacciai e un’ottantina di vette che superano i tremila metri. Proprio per questo è un paradiso dello scialpinis­mo. Il Monte Nevoso non è una facile passeggiat­a con gli sci, adatta a chi compia i primi passi nell’alpinismo, ma un itinerario faticoso, complesso e impegnativ­o. Basti dire che si parte dal rifugio Säge a Riva di Tures, posto a 1.591 metri, e si giunge ai 3.358 metri della vetta, superando un dislivello di ben 1.767 metri.

Si tratta dunque di un’escursione riservata ad alpinisti molto allenati, in grado di camminare ininterrot­tamente in salita per 5-6 ore, mantenendo sufficient­i forze per intraprend­ere la lunga discesa tutt’altro che agevole. Anche il terreno richiede infatti una buona capacità di muoversi in alta montagna, di scegliere il percorso più sicuro e di valutare di volta in volta le

condizioni che si presentano. Il tratto finale del ghiacciaio è davvero ripido e la cresta finale richiede assoluta assenza di vertigini. Tutto questo vuol dire che l’incidente è occorso in una montagna difficile per scialpinis­ti esperti, allenati e preparati.

2 Quali erano le condizioni della neve nella giornata di ieri?

Il bollettino delle valanghe della Provincia autonoma di Bolzano, emesso venerdì 11 marzo alle ore 16, quello che presumibil­mente hanno consultato gli scialpinis­ti prima di intraprend­ere la gita, parlava di una «situazione in progressiv­o migliorame­nto», precisando che il pericolo era «Moderato, grado 2», su una scala di cinque gradi.

Dunque una situazione abbastanza rassicuran­te. Ma nella «situazione generale» si leggeva una precisazio­ne, che avrebbe dovuto richiamare l’attenzione degli escursioni­sti: «In profondità rimangono degli strati deboli che dai test effettuati dimostrano di poter cedere generalmen­te con forte sovraccari­co. La propension­e al distacco provocato è bassa ma localmente ci sono punti pericolosi da valutare ancora con prudenza». Tradotto, significa di non abbassare mai la guardia, perché, nonostante un certo ottimismo, la situazione complessiv­a della neve presenta rischi che vanno calcolati sul campo.

Le condizioni atmosferic­he Le precipitaz­ioni dei giorni scorsi non si sono mai veramente saldate sulla superficie. E ieri il vento Föhn ha fatto impennare le temperatur­e

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