LIBERA STAMPA E CORRUZIONE COME SI FANNO LE PAGELLE
Sul Corriere un lettore cita la classifica di «Reporter senza frontiere» sulla libertà di stampa che indica l’Italia al 73° posto. Ma con quali criteri vengono stilate queste classifiche? In Italia abbiamo decine di testate, centinaia tra radio e televisioni e perfino facilitazioni statali all’editoria. Non ricordo testate censurate, né giornalisti in carcere per reati di opinione dopo Guareschi. E allora su quali elementi si basa «Reporter»? Non dovrebbe essere impossibile quantificare i sequestri e le denunce per reati di stampa. Le querele per diffamazione dei cittadini che si ritengono calunniati da un giornalista nulla hanno a che vedere con la libertà di stampa. E sempre parlando di classiche su che fonti si basano quelle sulla corruzione? Che in Italia ci siano corrotti ( tanti!) è indubbio ma è altrettanto indubbio che ci siano Paesi che appaiono altrettanto sospetti ma che in queste classifiche risultano molto più virtuosi. Le classifiche sono elaborate sulla base del numero di denunce presentate alla magistratura, di condanne o di altri elementi? Come ho sentito dire, nascono da indagini demoscopiche con le quali si chiede ai cittadini se secondo loro vi sia corruzione nel loro Paese? Se cosi è, non ho dubbi sulla risposta degli italiani, ma credo che altri Paesi siano più «sciovinisti» (un amico francese — nonostante i famosi diamanti, le tangenti sulle forniture d’armi, le vacanze pagate a esponenti politici ecc. — sostiene che in Francia non c’è corruzione).
Fabrizio Feliciani fabrizio.feliciani1@gmail.com
Caro Feliciani,
Le sue perplessità sono le mie. Anch’io mi chiedo quale sia l’attendibilità di queste pagelle che misurano ogni anno i vizi e le virtù dei singoli Paesi. All’origine, generalmente, vi è una istituzione senza fini di lucro: Freedom House e Reporter senza frontiere per la libertà di stampa, Transparency International per la corruzione. I metodi sono più o meno gli stessi. L’istituzione cerca di definire la materia dell’indagine con la maggiore precisione possibile, elenca i numerosi quesiti a cui occorre dare una risposta, fissa il punteggio per ogni risposta positiva o negativa.
Nel caso della libertà di stampa, in particolare, Freedom House indaga in tre contesti: giuridico, politico ed economico. Ma il giudizio finale è determinato dai formulari che la casa madre invia a un certo numero di consulenti e che le vengono restituiti con le loro risposte. Molto dipende quindi dalla percezione di singole persone e da ciò che è considerato decisivo. Nel caso della libertà di stampa, i fattori a cui viene attribuita maggiore importanza sono la legislazione dello Stato in materia di informazione e la proprietà. In Italia le leggi sono complessivamente liberali, ma la proprietà di giornali e canali televisivi è spesso nelle mani di gruppi economici, istituzioni religiose e partiti politici. Sappiamo che anche un editore indipendente può imporre alla redazione la sua linea (è accaduto più volte con Rupert Murdoch in Gran Bretagna), ma la proprietà semipubblica di un mezzo d’informazioni può suscitare maggiori sospetti.
Quanto alla corruzione, caro Feliciani, il fattore che maggiormente influisce sui compilatori stranieri di queste pagelle è il numero particolarmente elevato delle azioni giudiziarie. Naturalmente per un giudizio più oggettivo occorrerebbe sapere quante azioni giudiziarie si concludano con una condanna e quante con una assoluzione o archiviazione. Ma i tempi della giustizia italiana rendono questo confronto particolarmente complicato.