Alle aziende conviene avere donne manager
Se volete aumentare i profitti della vostra impresa, potrebbe essere una buona idea sostituire un membro maschio del vostro consiglio d’amministrazione (o comunque nel vertice) con una donna. L’idea non è nuova ma è controversa: c’è sempre il sospetto che sia guidata da un approccio politicamente corretto. Uno studio massiccio pubblicato il 7 marzo dal Fondo monetario internazionale porta però una serie di dati che la sostengono con una certa solidità. Si tratta dell’analisi di oltre
due milioni di imprese quotate e non quotate, piccole e grandi, in 34 Paesi europei. Dati presi dal database Orbis e riferiti ad aziende che hanno almeno due persone in posizione di senior manager.
Nel 2013, la manodopera femminile in Europa era il 46% del totale ma meno del
25% delle posizioni di vertice era affidato a donne. Curiosamente, l’analisi dell’Fmi ha rilevato che la quota riferita al complesso delle aziende è superiore a quella riferita alle
620 maggiori imprese quotate misurata da Eurostat, dove le donne con ruoli esecutivi sono il 14% e quelle nei consigli di amministrazione il 19%. Nelle piccole e medie imprese, insomma, l’utilità di avere una donna al vertice è forse più riconosciuta.
Lo studio – probabilmente il maggiore realizzato sul tema in Europa – scopre che, nelle imprese con almeno due membri al vertice, quando se ne sostituisce uno maschio con uno femmina il reddito netto aumenta del 7,9%, misurato sugli asset della società, e l’Ebit (reddito prima delle tasse e degli interessi) cresce del 2,6%. Se si considerano le imprese con almeno tre persone in posizioni top (decisionali), gli stessi incrementi sono rispettivamente dell’ 11,3 e del 4,1%. Prendendo le aziende con quattro membri al vertice, la sostituzione di un maschio con una femmina provoca in media un aumento del
12,2% del reddito netto e del 5,3% dell’Ebit. Lo studio nota che l’ingresso di una donna in posizioni rilevanti aumenta la redditività maggiormente in settori ad alta manodopera femminile, nelle industrie hi-tech e a forte creatività. Ad esempio, la crescita dell’Ebit è del 5,2% nei servizi, del 2,7% nel manifatturiero, dell’ 1,2% nel commercio e negativa del 2,2% nelle costruzioni. L’analisi riguarda la presenza delle donne in posizioni top, non le donne entrate al vertice grazie a leggi che lo prescrivono. Non è quindi applicabile a un’interpretazione sugli effetti delle cosiddette quote rosa.
@danilotaino