La strategia «vaccinale» è valida anche negli anziani
Le allergie, se non trattate in modo adeguato, compromettono la qualità di vita: favoriscono disturbi del sonno, peggiorano umore, capacità di concentrazione e apprendimento, si ripercuotono su attività fisica e vita sociale. «L’impatto sulla qualità di vita è sottostimato: è stato sempre misurato in studi scientifici e non nella realtà quotidiana — sottolinea Giorgio Walter Canonica, presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic) —. Monitorare l’andamento dei sintomi e le conseguenze sulle attività giornaliere è invece essenziale per gestire la terapia, modificandola se non si è più in grado di controllare i disagi. Anche per questo assieme a Federasma stiamo mettendo a punto un’app che potrà aiutare i pazienti a capire quando e come devono affrontare le maggiori difficoltà».
I farmaci anti-allergie sono tanti, molti disponibili senza ricetta: utilissimi per alleviare i disturbi, non possono però essere sinonimo del più completo fai da te. Secondo uno studio presentato all’ultimo convegno dell’American Academy of Allergy, Asthma and Immunology, infatti, i pazienti che scelgono di curarsi da soli sono soddisfatti della gestione dell’allergia in un caso su tre, ma se vengono seguiti dall’allergologo la quota sale oltre il 50%. «I farmaci da banco vanno bene nei casi lievi e per gestire episodi sporadici, se però ci si accorge che i fastidi non passano o diventa sempre più frequente il ricorso alle medicine è bene parlarne al medico per impostare una cura più articolata — osserva Canonica —. La maggioranza dei pa-
Riduzione dei sintomi L’immunoterapia ridurrebbe i disturbi del 55% e del 64% il ricorso ad altre cure
Terza età e giovani La diffusione di «reazioni» nella terza età oggi è del 26%, come tra i più giovani
zienti dovrebbe avere un supporto medico specialistico per gestire al meglio tutte le fasi dell’allergia e individuare le cure più giuste per sé».
Tutto ciò vale anche per gli anziani: i casi in cui le allergie esordiscono nella terza età sono in aumento (la diffusione di rinite oggi è del 26%, come nelle fasce d’età più giovani) ma spesso ci si dimentica delle loro esigenze, come ha sottolineato una ricerca appena pubblicata sugli Annals of Allergy, Asthma and Immunology secondo cui l’immunoterapia, ben poco prescritta agli over 65, riduce i sintomi del 55% e
del 64% la necessità di altre cure anche in chi più avanti negli anni. «Gli anziani di oggi vivono più a lungo e sono più attivi, in migliore forma fisica e cognitiva rispetto al passato — commenta Canonica —. Anche il loro sistema immunitario funziona meglio ed è quindi in grado di rispondere alla stimolazione con l’immunoterapia. Che dovrebbe essere più utilizzata in generale, in giovani e meno giovani: oggi, dopo decenni di esperienza, abbiamo protocolli efficaci che “risolvono” con terapie semplici, da assumere per bocca, allergie diffuse come quella alle graminacee. A differenza dei sintomatici, l’immunoterapia offre una copertura che dura anni e può essere rinnovata con un richiamo e i pazienti hanno diritto ad averla, essendo oggi in fascia A».