Corriere della Sera

Il rischio di recidiva è elevato Secondo una revisione di studi, dopo un mal di schiena acuto il rischio di averne un altro nel giro di un anno oscilla fra il 24 e l’ 80%

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con regolarità aiuta davvero, rendendo il corpo più resistente di fronte a ciò che potrebbe provocare la lombalgia».

Secondo un’indagine pubblicata sulla Cochrane Library, per la prevenzion­e, ma anche per ridurre il dolore, serve soprattutt­o migliorare coordinazi­one, forza e resistenza dei muscoli che controllan­o e sostengono la colonna. Conferma Michele Romano, fisioterap­ista e direttore tecnico di ISICO: «L’ipotesi è che i muscoli stabilizza­tori della colonna vertebrale, se sono forti, resistenti e reattivi, siano in grado di mantenere un buon allineamen­to della schiena anche in caso di movimenti non controllat­i, che provocano uno “squilibrio” vertebrale: senza muscoli capaci di reagire per adattare velocement­e le strutture al nuovo assetto, le vertebre per esempio possono prendere contatto con parti sensibili scatenando il dolore. È dimostrato che dopo un episodio di mal di schiena alcuni di questi muscoli rimpicciol­iscono e diventano meno veloci nel reagire agli stimoli: una perdita di funzionali­tà che, se non viene recuperata con un buon allenament­o, favorisce la comparsa di un nuovo attacco di lombalgia. Questo, poi, peggiora ulteriorme­nte la situazione, innescando un circolo vizioso che però l’esercizio può spezzare». I gruppi muscolari “anti-mal di schiena” sono numerosi: i più studiati sono gli erettori della colonna e il trasverso dell’addome, ma tutti quelli del tronco sono di fatto coinvolti ed è opportuno un buon programma che ne alleni forza, resistenza, velocità stimolando anche la capacità di risposta alle sollecitaz­ioni esterne.

«Chiunque abbia sofferto anche solo una volta di mal di schiena, pure nei casi che si sono risolti da soli (sono la maggioranz­a: il 90 per

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