Messe a confronto per cinque anni su quasi mille persone la dieta «Dash» e quella «Mind»
alle domande dei lettori sui temi di nutrizione all’indirizzo modelli alimentari che proteggono le capacità cognitive in tarda età, potrebbero difenderci dall’Alzheimer? Partendo da questa domanda, ricercatori del Rush University Medical Center di Chicago hanno valutato quanto la dieta di 923 adulti si avvicinasse a tre modelli alimentari ritenuti salutari per il cervello: quello mediterraneo, quello «Dash» (nato negli USA come «approccio dietetico per fermare l’ipertensione», dalle cui iniziali, in inglese, deriva il nome) e la dieta «Mind», elaborata dagli stessi ricercatori della Rush University e il cui nome significa “mente” ma è anche l’acronimo di «Intervento Mediterraneo-Dash per ritardare la neurodegenerazione». Per valutare l’aderenza a questi modelli, si è utilizzato un punteggio calcolato in base alla frequenze di consumo degli alimenti più caratteristici. Per i primi due, il punteggio dipendeva principalmente da un’ampia presenza di alimenti vegetali e da un limitato consumo di quelli di origine animale, con qualche specificità, come l’utilizzo di olio d’oliva per il modello mediterraneo o il consumo quotidiano di latticini
magri per il regime «Dash». Per la «Mind», contribuivano al punteggio componenti in comune con gli altri modelli e altri specifici come la presenza di cibi ritenuti neuroprotettivi: mirtilli e verdure a foglia verde (vedi tabella) o la restrizione di fritti o cibo da fast food e formaggi a meno di una volta alla settimana. Dopo aver seguito i partecipanti per cinque anni, i ricercatori hanno visto che tutte le tre diete riducevano il rischio Alzheimer: con la dieta Dash del 30%, con quella mediterranea del 54% e del 53% con la Mind, che però presentava un altro vantaggio; anche seguita non «integralmente» riduceva il pericolo Alzheimer del 35%. Commenta Rosanna Squitti, ricercatrice della Fondazione Fatebenefratelli, Divisione Ricerca, Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina, Roma: «I risultati della dieta Mind sono importanti: ci sono quasi 47 milioni di persone che soffrono di demenza e l’Alzheimer è la forma più diffusa. Va però ricordato che studi come questi possono suggerire che un regime sia protettivo verso una malattia, ma per provarlo è necessario sperimentare quella dieta su un numero di soggetti, e per un periodo di tempo, adeguati e verificare se effettivamente le persone si ammalano meno». Ingredienti per 4 persone: 750 g di erbette fresche, 2 spicchi d’aglio, 1 piccolo rametto di rosmarino, 250 g di ceci lessati, 30 g di pinoli, olio extravergine d’oliva, sale. Preparazione: pulire le erbette, lessarle per 5 minuti circa con la sola acqua di lavaggio, scolarle, strizzarle e tritarle grossolanamente. Tostare leggermente i pinoli e tritarli grossolanamente. Sbucciare e tritare l’aglio insieme al rosmarino sfogliato, rosolarlo velocemente con 3 cucchiai d’ olio, aggiungere i ceci e dopo 2-3 minuti le erbette. Salare poco, coprire e cuocere per altri 5 minuti, completare con i pinoli e servire. Valore nutrizionale per porzione: proteine g 9 , grassi g 13 (di cui saturi g 1,7) , carboidrati g 16, energia kcal 213
Ricetta dello chef Giuseppe Capano
Nutrizionista
Un piatto a base di verdure a foglia verde, legumi, frutta secca a guscio, olio d’oliva: tutti cibi inclusi fra quelli da consumare con maggior frequenza, secondo la dieta «Mind». Ricorrere spesso ai legumi, utilizzandoli come secondo piatto o, insieme ai cereali, come piatto unico, può anche aiutare a contenere i consumi di quei secondi che si consiglia di limitare come, in particolare, carni rosse e formaggi.