Gli azzurri di Conte travolti dalla Germania
Italia battuta dalla Germania dopo quasi 21 anni Solo sul 4-0 il gol della bandiera di El Shaarawy
Buia e senza stelle la notte dell’Allianz. O meglio le stelle sono tutte tedesche: Kroos che segna l’1-0 a metà primo tempo, Goetze falso nove che allunga prima dell’intervallo, Draxler che con un’azione travolgente ispira il 3-0 di Hector, Ozil che trasforma comodamente il rigore dell’umiliante 4-0. L’Italia è inguardabile, controfigura di quella che per lunghi tratti aveva tenuto in scacco la Spagna e non basta il golletto di El Shaarawy, peraltro con la gentile deviazione di Ruediger, a rendere meno amara la serata.
La Germania trasforma i fischi di Berlino in applausi, gli azzurri invece tornano bruscamente sulla terra. La peggiore sconfitta dell’era Conte. Anche la partita più brutta. Dopo la grande speranza, la grande paura. Così si va poco lontano. Niente funziona: la difesa è di burro, il centrocampo piatto, il tridente non graffia. E, come se non bastasse, nell’azione del 3-0 si fa male Bonucci, che esce in barella per un possibile stiramento all’inguine. Una disfatta che ci riporta ai giorni neri. Conte aveva promesso che l’Italia sarebbe sempre stata squadra e invece è proprio la squadra a tradire. Thiago Motta e Montolivo vengono travolti dal dinamismo tedesco, Florenzi e Giaccherini sono costretti a schiacciarsi trasformando il 3-4-3 in un 5-4-1, Bernardeschi e Insigne finiscono nella terra di nessuno senza mai creare pericoli e Zaza rimane isolato, tanto che l’Italia chiude il primo tempo senza lo straccio di un tiro nello specchio della porta.
La Germania sembra di un altro pianeta e davanti alla sua gente si prende una bella rivincita contro gli azzurri che non battevano dal 21 giugno ’95 a Zurigo. Allora in panchina c’era Sacchi, che oggi è il primo estimatore di Conte. Per il c.t. una sberla dolorosa, forse utile visto che all’Europeo mancano 75 giorni. Le sue scelte stavolta non sono convincenti: Thiago Motta e Montolivo insieme non funzionano e Zaza non riesce a tenere alta la squadra come è Pellè. Cosa è capitato dentro la nuvola dell’Allianz sarà motivo di riflessione nei prossimi e nelle prossime settimane. Smarrita l’umiltà, il gioco, la rabbia.
Il c.t. era stato celebrato dopo il pareggio con le Furie Rosse, ora sarebbe ingiusto prendersela solo con lui, ma nel secondo test probante niente funziona: il ritmo, il gioco,
l’intensità, la tattica. Nel primo tempo il 2-0 va persino stretto ai bianchi di Loew che attraverso un 3-4-3 speculare al nostro macinano gioco, occupano gli spazi, creano occasioni in rapida successione.
Nella ripresa l’Italia sembra più propositiva. Montolivo spreca subito un’occasione (assist di Insigne), Bernardeschi azzecca la prima giocata (affondo con dribbling). Ma è un’illusione. La Germania, più abile nel palleggio, torna a comandare: Draxler è imprendibile nell’azione travolgente del 3-0, Bernardeschi sbaglia sul rigore che Ozil trasforma con freddezza. La legnata è forte e fa male. Non perdevamo così dalla finale dell’Europeo con Prandelli. Allora eravamo stremati alla meta. Adesso eravamo speranzosi. Ma la Germania, che torna a vincere dopo sette partite, ci ha fatto capire che la strada verso la gloria è lunga e piena di insidie.