Colpo grosso alla Mattel Tre milioni finiti in Cina
Potrebbe essere la sceneggiatura di un film. Gli ingredienti ci sono tutti: una grande azienda americana, degli hacker che organizzano una truffa per rubare milioni di dollari (tre, alla fine), la reazione della società raggirata per dare la caccia ai ladri digitali e riprendere, infine, i soldi finiti in una banca cinese. Ma questa storia è realtà, e la sfortunata protagonista è la Mattel, colosso americano tra le maggiori case produttrici di giocattoli al mondo. Quella della Barbie e di Big Jim, per intendersi.
Secondo la ricostruzione della Associated Press, tutto sarebbe partito da una email. Il 30 aprile 2015 arriva al direttore finanziario della Mattel un messaggio dal nuovo Ceo Charles Sinclaire, salito al vertice della società da poco. L’oggetto della mail è un’operazione di routine in una realtà che, nel solo 2015, ha generato un flusso di cassa pari a 735 milioni di dollari: effettuare un pagamento da 3 milioni per un nuovo fornitore cinese. Il direttore finanziario, come da prassi, deve convalidare l’ordine insieme a un altro manager di vertice. Completata la procedura, il trasferimento di denaro è fatto su un conto di una banca di Wenzhou, in Cina. Quando il direttore finanziario riferisce al Ceo Sinclair dell’avvenuto pagamento, i due realizzano il raggiro subìto e si attivano immediatamente per cercare di rimediare, contattando autorità federali e funzionari della propria banca di appoggio. Ma invano. Perché i soldi, nel frattempo, sono già sul conto cinese.
Gli autori del raggiro avrebbero fatto bene i compiti. Osservando che, nel primo trimestre 2015, il mercato cinese stava andando a gonfie vele per Mattel (a fine anno le vendite sono salite del 43% su base annua, ndr), sulle ali, anzi sulle gambe, della Barbie. Ma anche studiando e «hackerando» la gerarchia e la procedura di corrispondenza aziendale. Riuscendo così a far finire 3 milioni di dollari in una banca di Wenzhou, città della costa orientale cinese che, riferisce Ap, sarebbe la meta del 90% dei fondi sottratti in questo modo. Mattel, per sua fortuna, è però riuscita a recuperare i soldi. Ma la minaccia, per le aziende americane ed europee, resta: la stessa Mattel, dopo questa vicenda dal sapore cinematografico, avrebbe subìto almeno altri 12 tentativi di raggiro. Imparato il copione, ha però evitato di recitare due volte la parte del truffato.