LE ACCELERAZIONI A FAVORE DEL RIENTRO DI GIRONE
Il caso dei due marò entra oggi in una fase concitata, potenzialmente positiva. Per cominciare, questa mattina e domani, all’Aia, il collegio arbitrale costituito per decidere dove tenere il processo a Salvatore Girone e Massimiliano Latorre terrà due audizioni orali. Ascolterà Italia e India per decidere poi nel giro di tre o quattro settimane se permettere a Girone di trascorrere in patria il periodo che servirà ai giudici arbitrali stessi per stabilire la giurisdizione nel caso.
L’arbitrato non finirà prima del 2018, e quindi Roma chiede che il marò ancora a Delhi, Girone, possa attendere la decisione in Italia.
Già da oggi si capirà con quale atteggiamento l’India affronterà la questione: nelle memorie scritte presentate, gli avvocati di Delhi sono stati meno duri di quanto ci si potesse aspettare. Dipende anche dal fatto che, in parallelo alla parte giudiziaria, si stanno muovendo la politica e la diplomazia. Sempre oggi, a Bruxelles, il primo ministro Narendra Modi parteciperà al summit Ue-India: è bloccato da tempo, anche in ragione della disputa sui marò, e tutti vorrebbero togliere di mezzo l’ostacolo per procedere su dossier importanti come il commercio e l’antiterrorismo. Da quel fronte, insomma, potrebbero arrivare pressioni sugli avvocati indiani per facilitare uno sblocco dello stallo su Girone.
Stallo che c’è anche nel caso dell’ingresso dell’India nell’Mtcr, un prestigioso club globale su questioni missilistico- nucleari nel quale Delhi vuole entrare ma è bloccata dall’Italia. Il 21 aprile si terrà una riunione plenaria che dovrebbe discutere l’ingresso dell’India. Modi tiene molto all’Mtcr ma sa che l’Italia si opporrà fino a quando non ci sarà una svolta nel caso marò. Il 13 aprile, inoltre, il governo di Delhi dovrà dire alla Corte suprema indiana che posizione tiene su arbitrato e connessi. Potenzialmente, accelerazioni interessanti.
@danilotaino