Enav, il piano di Roberta Neri per la quotazione a giugno
(d. pol.) Parte il conto alla rovescia per l’ipo di Enav, la controllata del Tesoro il cui sbarco a Piazza Affari è in calendario a fine giugno, mercati permettendo, attraverso un’offerta fino al 49%. Il deposito del prospetto informativo presso Consob e Borsa è previsto entro la prossima settimana, in tempo per ottenere i nulla osta delle autorità e avviare il road show tra Londra e New York. Ieri la società per il controllo del traffico aereo ha superato un passaggio chiave con l’approvazione del bilancio e la presentazione del piano dell’amministratore delegato Roberta Neri (nella foto). Il 2015 è stato un anno record con un utile netto in aumento a 66,1 milioni (+65,2%), ricavi a 849,6 milioni in aumento dell’1,7% e un ebitda a 243 milioni (+8,6%). Uno dei cardini del progetto al 2019 è la tecnologia, che viene messa a frutto per il business della consulenza, nuovo fronte della crescita da attività non regolate. «Il focus è sulle infrastrutture a supporto del controllo del traffico, e sulla razionalizzazione dei costi operativi», spiega Neri che ha già ottimizzato la squadra favorendo l’uscita del 15% dei dirigenti. Sono numeri che la manager ha già spiegato in un round di incontri informali ai grandi fondi candidati a investire nell’unico caso di service provider quotato. L’ipo avverrà attraverso la vendita di azioni, con una tranche riservata ai dipendenti, nell’ambito di un collocamento per investitori istituzionali italiani ed esteri. La società si candida al ruolo di maggiore privatizzazione del 2016 se verrà confermata la valutazione tra 1,8 e 2 miliardi. E in attesa delle decisioni del governo sulla vendita di un’ulteriore tranche di Poste.
Per l’Ilva arrivano i turchi (con la cordata italiana)
(m. bor.) Per formalizzare le cordate interessate all’Ilva c’è tempo fino al 23 maggio. Ma i primi contatti tra i gruppi che hanno manifestato interesse per il colosso siderurgico non mancano. In particolare, il gruppo di soci italiani che si sta coagulando intorno alla Cassa depositi e prestiti (i produttori di acciaio di Arvedi e i trasformatori di Marcegaglia) potrebbe ritrovarsi come partner industriale straniero l’azienda turca Erdemir, primo produttore di acciaio in Turchia con 8,5 milioni di tonnellate prodotte e al quarantacinquesimo posto nella graduatoria mondiale, con un’attività integrata come l’Ilva e una gestione della linea a caldo come quella dello stabilimento di Taranto, già visitato dai tecnici di Erdemir lo scorso 22 marzo (il 23 i turchi hanno fatto tappa nei siti di Genova e Novi Ligure). Alla prima scadenza dello scorso 10 febbraio Erdemir non fu ammessa alla data room (fase che terminerà l’11 aprile) in attesa di una integrazione documentale arrivata poi a fine febbraio. Allo stato attuale i pretendenti all’Ilva sono 25 (12 interessati all’acquisto dell’intero gruppo, 13 alle controllate). Tra gli stranieri, oltre ai turchi, sono in lizza i franco-indiani di ArcelorMittal; il gruppo brasiliano Csn (Compahia siderurgica national) Steel; il fondo americano Erp compliant fuel; e i cinesi di P&C (Shenzen) che per presentare la manifestazione d’interesse si sono avvalsi della consulenza di Fu Yixiang, l’uomo che ha portato in Italia Jack Ma e la sua Alibaba.