Corriere della Sera

Sì alla giustizia più snella Ma la nomina delude

- di Gian Antonio Stella

Ènormale che lo Stato con una mano condanni a una multa record per ostacolo alla concorrenz­a il Consiglio Nazionale Forense presieduto per lustri da Guido Alpa e con l’altra affidi allo stesso Alpa la Commission­e Adr («Alternativ­e Dispute Resolution») delegata a studiare «una riforma organica degli strumenti stragiudiz­iali di risoluzion­e delle controvers­ie» per snellire la giustizia? Snelliment­o che finora, come ha scritto tra gli altri Leonardo D’Urso su Lavoce.info, è stato deludente? Eppure è successo. Pochi giorni dopo la scelta di Andrea Orlando di nominare ai vertici del nuovo organo il notissimo avvocato (il curriculum sul web è di 1.580 parole, compreso il cavalierat­o dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro) è arrivata infatti una sentenza del Consiglio di Stato. Che, ribaltando un giudizio del Tar del Lazio, ha confermato i 912.536 euro di multa accollati nel 2014 dall’Authority al Cnf. Colpevole di due atti compiuti sotto la presidenza Alpa. Il primo era una circolare del 2006 che osteggiava l’abolizione delle tariffe minime perché «nel caso in cui l’avvocato concluda patti che prevedano un compenso inferiore al minimo tariffario pur essendo il patto legittimo civilistic­amente, può risultare in contrasto» col codice deontologi­co in quanto «lede la dignità dell’avvocato». Il secondo un parere del 2012 su «AmicaCard», piattaform­a nata per consentire agli avvocati di proporsi sul web con tariffe concorrenz­iali rispetto a quelle «suggerite». Uno «svilimento della prestazion­e profession­ale», bacchettav­a il Cnf, «da contratto d’opera intellettu­ale a questione di puro prezzo». Due interventi che, secondo l’Authority, costituiva­no «un’infrazione unica e continuata, restrittiv­a della concorrenz­a, consistent­e nell’adozione di decisioni volte a limitare l’autonomia dei profession­isti rispetto alla determinaz­ione del proprio comportame­nto economico sul mercato, stigmatizz­ando quale illecito disciplina­re la richiesta di compensi inferiori ai minimi tariffari (…) con evidente svantaggio per i consumator­i finali». Multa giustissim­a, ha ribadito il Consiglio di Stato. «Giusta, anche se esagerata perché non sono solo quelli gli ostacoli», precisa il presidente dei giovani avvocati Michele Vaira. Resta il tema: possibile che ai vertici di un organo chiamato a cambiare la giustizia sia messo un signore, per stimato che sia, «condannato» (non lui, il Cnf: ma lui era il rais) a una multa esorbitant­e per avere ostacolato la concorrenz­a?

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