Il nostro problema è la terribile, comune normalità Senza campioni nessun allenatore può fare miracoli
Credo sia molto utile questo risultato così duro e fuori discussione. È l’ultimo prima degli Europei, racconta chiaramente la nostra dimensione a certi livelli. La Germania è forte ma aveva perso 3 delle ultime 4 partite. Stavolta ha dominato. La diversità del calcio attuale è che le Nazionali sono meno forti delle grandi squadre di club. Questo vale a maggior ragione per l’Italia che ha la più alta concentrazione di stranieri fra le vecchie scuole europee. Conte ha fatto un buon lavoro, ma non ha nessun giocatore diverso, solo ragazzi normali. È questa la stranezza, che un popolo sempre prodigo di fuoriclasse, da 10 anni non riesce più a fornire un giocatore di qualità. Gli stranieri tolgono spazio, è vero, ma non è chiaro a chi lo tolgano. Ci fossero italiani che giocano meglio si vedrebbero, magari in B, ma non si vedono. Bernardeschi per esempio, è un progetto chiaro, ma per ora ha solo i movimenti del giocatore, non i risultati. Non abbiamo un attaccante di dimensione appena internazionale. Il titolare stavolta era Zaza, il quarto attaccante della Juve. Ma soprattutto andiamo a una velocità diversa, non sappiamo pensare rapidamente. Siamo in Europa quello che storicamente in Italia sono l’Atalanta o il Chievo, spesso buone squadre ma mai in corsa. Non possiamo prendercela con nessuno, non abbiamo materia prima. È come se la crisi economica mondiale avesse segnato anche nel calcio il Paese. Il calcio ha preso per la prima volta nella storia la vera dimensione della nazione. Siamo i settimi del G7. L’unico appunto che si può fare a Conte è non avere una soluzione B nelle partite. La sua idea è che si debba sempre giocare alla pari, ma quando non si può, come possiamo evitare di subire soltanto la partita? Si può proteggere di più la difesa? Si
può sorprendere con qualche ripartenza l’avversario più dotto? Non abbiamo giocatori che possano decidere da soli, allora deve essere la squadra intera a essere astuta se non può essere forte. Conte forse è abituato a grandi platee e ha un suo mercato personale da rispettare. Ma così fotografiamo solo la nostra impotenza. Se anche mescoliamo le due squadre che hanno giocato con Spagna e Germania, non otteniamo qualità, forse solo possibilità di atteggiamenti diversi. Temo sia vero l’evidente, non c’è grande tecnico che ci possa guarire. Perché non c’è malattia, c’è solo una terribile, comune, normalità. A fine giro merita un giudizio anche la compagnia di Trapattoni. Io l’ho gradita, così rauca, così poco televisiva ma così umorale e competente. A me ha sempre aiutato a capire la partita sia pure nel suo slang quantico. In sostanza, mi fido.