Corriere della Sera

Il nostro problema è la terribile, comune normalità Senza campioni nessun allenatore può fare miracoli

- Di Mario Sconcerti

Credo sia molto utile questo risultato così duro e fuori discussion­e. È l’ultimo prima degli Europei, racconta chiarament­e la nostra dimensione a certi livelli. La Germania è forte ma aveva perso 3 delle ultime 4 partite. Stavolta ha dominato. La diversità del calcio attuale è che le Nazionali sono meno forti delle grandi squadre di club. Questo vale a maggior ragione per l’Italia che ha la più alta concentraz­ione di stranieri fra le vecchie scuole europee. Conte ha fatto un buon lavoro, ma non ha nessun giocatore diverso, solo ragazzi normali. È questa la stranezza, che un popolo sempre prodigo di fuoriclass­e, da 10 anni non riesce più a fornire un giocatore di qualità. Gli stranieri tolgono spazio, è vero, ma non è chiaro a chi lo tolgano. Ci fossero italiani che giocano meglio si vedrebbero, magari in B, ma non si vedono. Bernardesc­hi per esempio, è un progetto chiaro, ma per ora ha solo i movimenti del giocatore, non i risultati. Non abbiamo un attaccante di dimensione appena internazio­nale. Il titolare stavolta era Zaza, il quarto attaccante della Juve. Ma soprattutt­o andiamo a una velocità diversa, non sappiamo pensare rapidament­e. Siamo in Europa quello che storicamen­te in Italia sono l’Atalanta o il Chievo, spesso buone squadre ma mai in corsa. Non possiamo prendercel­a con nessuno, non abbiamo materia prima. È come se la crisi economica mondiale avesse segnato anche nel calcio il Paese. Il calcio ha preso per la prima volta nella storia la vera dimensione della nazione. Siamo i settimi del G7. L’unico appunto che si può fare a Conte è non avere una soluzione B nelle partite. La sua idea è che si debba sempre giocare alla pari, ma quando non si può, come possiamo evitare di subire soltanto la partita? Si può proteggere di più la difesa? Si

può sorprender­e con qualche ripartenza l’avversario più dotto? Non abbiamo giocatori che possano decidere da soli, allora deve essere la squadra intera a essere astuta se non può essere forte. Conte forse è abituato a grandi platee e ha un suo mercato personale da rispettare. Ma così fotografia­mo solo la nostra impotenza. Se anche mescoliamo le due squadre che hanno giocato con Spagna e Germania, non otteniamo qualità, forse solo possibilit­à di atteggiame­nti diversi. Temo sia vero l’evidente, non c’è grande tecnico che ci possa guarire. Perché non c’è malattia, c’è solo una terribile, comune, normalità. A fine giro merita un giudizio anche la compagnia di Trapattoni. Io l’ho gradita, così rauca, così poco televisiva ma così umorale e competente. A me ha sempre aiutato a capire la partita sia pure nel suo slang quantico. In sostanza, mi fido.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy