Corriere della Sera

Ciclismo da incubo Un infarto stronca il belga Myngheer

E in una gara in America muore il dilettante Fox

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Era un ciclista profession­ista, Dan Myngheer. È morto ieri all’alba ad Ajaccio in conseguenz­a del malore che l’aveva colpito sabato scorso al Criterium Internatio­nal in Corsica. Aveva solo 22 anni. Sabato mattina, a 25 chilometri dal traguardo della prima tappa, l’ex campione del Belgio juniores si era fermato a bordo strada. Non riusciva a respirare. Pochi attimi dopo, l’infarto. Per 48 ore si è sperato nel miracolo, poi il decesso. La famiglia ha disposto la donazione degli organi. Il tutto poche ore dopo la morte di Antoine Demoitié, ucciso da un trauma cranico nell’impatto con una moto alla Gand-Wevelgem. E poi c’è Randall Fox, americano, 29 anni: gli è stato fatale, ieri, l’impatto contro il guardrail in una corsa a Auburn, Washington. Il ciclismo piange morti e feriti di un anno tragico. E smentisce il vecchio ritornello usato per Trento continua a sognare in Europa. Dopo aver eliminato l’EA7 Milano, la Dolomiti Energia ha vinto l’andata della semifinale contro lo Strasburgo: 74-68 sul parquet francese, con canestri risolutivi di Poeta e Pascolo grazie a dei «lob» in entrata. Adesso ai trentini manca un ultimo sforzo per qualificar­si alla sfida per il trofeo, contro la vincente di Galatasara­y-Gran Canaria che stasera giocherann­o gara 1: nel ritorno la Dolomiti (nella foto: Sutton) dovrà sfruttare il prezioso vantaggio e sfruttare il fattore campo evitando la rimonta. Trento può anche recriminar­e per non essere riuscita a mettere un’ipoteca ancora più solida sulla promozione: dopo 13 minuti sdrammatiz­zare gli incidenti: i ciclisti purtroppo non sono di gomma ma di fragile carne.

Anche l’Italia paga un prezzo pesante. Chiara Pierobon, profession­ista di 22 anni: un malore se l’è portata via lo scorso agosto mentre viaggiava verso una corsa tedesca. E poi Stefano Pietrobon, 19 anni, colpito da infarto un mese fa mentre pedalava con gli ex compagni di squadra. Incidenti da un lato, patologie inspiegabi­li in atleti di alto livello dall’altro.

Anche se Myngheer, che correva nella «serie C» del ciclismo internazio­nale con la Roubaix-Lille Métropole, aveva già avuto un malessere nel 2014 durante una corsa regionale. Esami cardiaci avevano escluso problemi seri. Ma in Belgio il protocollo degli esami medici per i profession­isti è meno rigoroso di quello italiano: la magistratu­ra sta indagando.

Prof dal 2015 Dan Myngheer, 22 anni, belga, è morto all’ospedale di Ajaccio (Epa)

Sul fronte incidenti la morte di Demoitié è l’ultimo atto di un escalation senza fine. Ieri Adriano Malori, vice campione del mondo della crono, ha twittato il suo dolore per la scomparsa dei colleghi: «Siete troppo giovani per dirvi addio». Lui la vita se l’è salvata

per miracolo, dopo la tremenda caduta lo scorso gennaio al Tour di San Luis, in Argentina. Il corridore della Movistar è ancora in riabilitaz­ione. L’infortunio fu un mix di distrazion­e, alta velocità e dissesto stradale. Un mese prima della morte di Demoitié,

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