Franco Nembrini legge Dante, ma il commento ha i toni della predica
La Divina commedia letta e commentata da Franco Nembrini. Da qualche anno, il poema dantesco conosce i fasti della radio e della tv. Abbiamo ascoltato con grande godimento e profitto le letture radiofoniche di Vittorio Sermonti (un raro esempio di divulgazione alta, resa culturalmente affascinante dalla supervisione di Gianfranco Contini e Cesare Segre), abbiamo assistito alle performance di Roberto Benigni (a volte Dante era sopraffatto dalla bravura istrionica dell’attore e dalle strizzatine d’occhio sull’attualità), adesso è possibile immergersi ancora nella Commedia grazie all’interpretazione che ne fornisce Franco Nembrini nel suo «Nel mezzo del cammin…» (Tv2000, canale 28 del dtt, 140 di Sky, lunedì, ore 21, 34 puntate).
Dante è duro e severo e ci vuole durezza e severità per capirlo. È un’operazione delicatissima, che non si può fare alla buona. La cosa più interessante della lettura nembriniana è la passione per Dante che esonda a ogni verso. Nembrini è un professore bergamasco, da tempo appassionato «dantista». Lunedì sera si è soffermato molto sul proemio del primo canto del Purgatorio, là dove la nave dell’ingegno di Dante si appresta a lasciare il mare crudele dell’Inferno e a percorrere acque migliori, poiché il poeta sta per cantare del secondo regno dell’Oltretomba in cui l’anima umana si purifica e diventa degna di salire al cielo.
Il «metodo Nembrini» consiste nel leggere alcuni versi e nell’abbandonarsi molto al commento, che in alcuni tratti assume i toni della predica («e non voglio dire di più perché ce ne sarebbe da dire…»). Si vede che gli piace Dante ma si vede anche che si piace molto, il Nembrini, sotto le spoglie dell’umiltà, della riflessione sulla misericordia, tema cardine del Giubileo straordinario voluto da papa Francesco. Il programma funziona quando Nembrini fa parlare Dante (anche parafrasandolo), un po’ meno quando, per traslato, Dante fa parlare Nembrini.