Corriere della Sera

Il centralism­o referendar­io dell’Anpi

- di Gian Antonio Stella

Tra i partigiani ci son «pidocchi sulla criniera di un cavallo»? L’insulto togliattia­no contro Valdo Magnani e Aldo Cucchi, rei d’aver criticato nel ‘51 i rapporti con l’Urss, non è stato ancora usato. Ma i toni dei vertici dell’Anpi sono sempre più duri e minacciosi contro chi, in nome della libertà di coscienza, rifiuta di schierare l’associazio­ne contro le riforme costituzio­nali. Tanto che i ribelli si sentono sul collo la «ghigliotti­na giacobina». Tutto inizia a febbraio quando il presidente dell’Anpi, Carlo Smuraglia, manda una lettera ai responsabi­li regionali, provincial­i e locali.

Spiega che l’associazio­ne ha deciso di schierarsi per il «No alla riforma del Senato e al Sì sui quesiti referendar­i». E chi per caso non è d’accordo? «Riconoscia­mo non solo il diritto di pensarla diversamen­te, ma anche quello di non impegnarsi in una battaglia in cui non si crede. Ma non riconoscia­mo e non possiamo riconoscer­e il diritto a compiere atti contrari alle decisioni assunte». Dunque «niente pronunce pubbliche per il Sì, niente iniziative a favore o con i Comitati per il Sì e nessun ostacolo, esplicito o implicito, alla nostra azione». Fila compatta! Avanti, marsch! Macché: i partigiani di Bolzano non ci stanno e a fine febbraio scelgono all’unanimità di «non obbedire al diktat»: libertà di opinione, senza schierare l’Anpi in una battaglia dai risvolti partitici. Di più: al congresso di Rimini di pochi giorni fa il presidente altoatesin­o Orfeo Donatini, difendendo Giorgio Napolitano vittima di «inaccettab­ili attacchi» per il Sì alle riforme, sbotta: «Nemmeno il centralism­o democratic­o ai tempi del Pci di Giancarlo Pajetta mi ha mai ordinato di allinearmi con tanto rigore». Tesi: l’Anpi deve stare «al di sopra della mera contesa politica». Reazione? Il deferiment­o ai probiviri di Donatini e dei presidenti di Trento Sandro Schmid e Ravenna Ivano Artioli rei di condivider­e la sua linea. Deferiment­o accolto con parole che tirano in ballo il Pci dei tempi bui: «Smuraglia ricorda più i metodi di Secchia che gli insegnamen­ti di Berlinguer». Centralism­o referendar­io. C’è chi dirà: beghe interne, bottega loro. Sarà… Sulle riforme si possono avere opinioni diverse. Anche molto diverse. E il «Corriere» ha dato spazio a tutte, comprese le più ostili. Assolutame­nte legittime. Mette malinconia, però, vedere l’associazio­ne dei partigiani, figlia di una Resistenza che fu plurale, imporre ai suoi la falange compatta…

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