Il destino di Dorfles, il mare di Magris. Che a domanda rispondono
Sei religioso? Credi in Dio? Che cos’è per te l’anima? A quale età hai trovato la tua strada? Se tornassi indietro? Hai paura dei tuoi sentimenti? Tante domande. Immediate, dirette, solo all’apparenza semplici. Ma estremamente complesse, intime, insidiose per chi le riceve. Anna Crespi le porge ai suoi interlocutori con garbo, delicatamente. Con una curiosità quasi fanciullesca e una profondità rara entra lieve nelle loro vite, crea con loro un rapporto speciale. È nato così Esercizi di conversazione (Ponte alle Grazie), collezione di interviste ai protagonisti della cultura e dell’arte. Esigenza che ha origine da una constatazione amara: «Ormai la gente non si parla più, non ascolta più; ha affidato il proprio cuore alla tecnica». Meglio rimediare.
Lo storico dell’arte Carlo Bertelli parla di passato, presente, della vecchiaia (che «ha bisogno del conforto degli altri»); il prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, Franco Buzzi, descrive la sua vocazione come un dono ricevuto fin da bambino (le domande sull’infanzia ricorrono in tutto il libro); l’editore Stefano Mauri spiega quanto contino razionalità e irrazionalità nella scelta di pubblicare un libro («hanno lo stesso peso»); Giulio Giorello ricorda gli anni del liceo e il suo insegnante di religione, don Luigi Giussani — «non eravamo molto compatibili» —, si intristisce per la «pesantezza burocratica» delle università italiane, sospende il giudizio su papa Francesco (altro tema ricorrente). Dialogo con Gillo Dorfles: che cos’è il destino? «Lo saprò quando sarò morto». Il destino inizia dopo la morte? «Certo, prima non lo sai». Tu cosa speri? «Non te lo posso dire finché non sarò morto».
Aneddoti e confessioni. Di un mondo che, tra tournée, conferenze e incarichi internazionali, può sembrare dorato, ma non sempre lo è: il fisarmonicista Vladimir Denissenkov rivela che, appena arrivato a Milano nel 1991, dormì due notti su una panchina della Stazione Centrale; Oriella Dorella parla delle sue ferite e di una vita che «non è sempre stata dolce».
Flusso di coscienza, seduta psicoanalitica, chiacchiere tra persone che riconoscono l’importanza della cultura nella società: forse da questa sintonia — Anna Crespi ha fondato nel 1978 l’associazione Amici della Scala, di cui è da allora presidente — nasce la freschezza di Esercizi di conversazione. Come nell’intervista a Claudio Magris, in cui il grande scrittore si narra: dal tentativo di fronteggiare la propria indole anarchica con la disciplina fino al rapporto con i genitori, il mare, Trieste; dal mestiere di scrivere alla gioia di collaborare, da tanti anni, con il «Corriere della Sera».
Altri interlocutori: il regista Maurizio Nichetti, Arnaldo e Livia Pomodoro («l’arte del giudicare è sempre la più difficile») l’attore Ferruccio Soleri, l’oncologo Umberto Veronesi («non credo in Dio, ma nell’uomo con tutte le sue capacità e potenzialità»). Infine un incontro, quello tra il compositore Alexander Raskatov e Umberto Eco, avvenuto nel 2013, in cui Anna Crespi riesce a far emergere tutta l’ironia e l’intelligenza del semiologo scomparso lo scorso febbraio. Ma è interrogando se stessa che l’autrice rivela al massimo il suo talento di investigatrice dell’anima. Che cosa provi quando intervisti? «Dimentico me stessa. Divento la persona che sto intervistando ed entro a far parte della sua vita».