Corriere della Sera

Tavecchio ha il via libera di Cairo Nazionale sempre più di Ventura

Il tecnico del Torino (che va su Mihajlovic) ha incontrato Lippi, futuro d.t.

- Alessandro Bocci Paolo Tomaselli

Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha ottenuto il via libera dal presidente del Torino Urbano Cairo: Giampiero Ventura è sempre più vicino alla panchina della Nazionale. Dopo la svolta di lunedì, si procede a ritmi serrati. Marcello Lippi, futuro direttore tecnico delle squadre nazionali, ieri avrebbe avuto persino un colloquio a Roma col futuro c.t. e amico di vecchia data. Un incontro preparator­io. Venerdì toccherà a Lippi firmare.

E al massimo all’inizio della prossima settimana, sarà il momento del faccia a faccia tra Ventura e Tavecchio. Sembra ormai difficile un dietrofron­t: la Figc vuole il tecnico Si può perdere un gol? Si può smarrire per sempre un capolavoro atletico? Un gesto sportivo, direte voi, continua a vivere nella mente di tutti quelli che continuano a vederlo negli anni. Ma se l’autore della rete fosse morto e non ci fosse nessuna immagine a ricordare quel momento, non sarebbe quel gol perso per sempre? Ma se, invece, quel gol, grazie alla tecnologia, potesse «risorgere»? L’autore della rete di cui stiamo parlando è il grande Di Stefano (foto). Di quel gol dirà: «Il più grande cruccio della mia vita è che non ho mai più potuto rivedere il gol più bello da me segnato». È il 31 marzo del 1957 e il Belgio gioca contro la Spagna. Di Stefano parte da centrocamp­o, ancora sotto contratto col Torino fino al 2018 e lui vuole fortemente la Nazionale, un matrimonio che si potrebbe fare anche prima di quello vero dello stesso Ventura, previsto l’1 giugno. Il Toro nel frattempo avrebbe già scelto Sinisa Mihajlovic.

Ma perché si è arrivati a Ventura? Perché le prime scelte (Donadoni, Ranieri) non erano disponibil­i, è vero. Ma Ventura, pur senza esperienza internazio­nale, è un’alternativ­a solida. Per una serie di motivi. Come detto, è amico di vecchia data di Lippi. Anche a Bari, dove cominciò il suo calcio «libidinoso», Ventura arrivò dopo Conte. Particolar­e forse trascurabi­le, ma il terreno sarà già pronto per un certo tipo di semina. Negli ultimi anni, anche per recuperare il tempo perduto, Ventura è diventato poi uno dei tecnici più brillanti nel modo di porsi al grande pubblico. Un modo a volte furbetto, ma piace la sua capacità di sdrammatiz­zare e di trasmetter­e la passione nella gestione dei calciatori. Inarrivabi­li Donadoni e Ranieri, l’allenatore genovese piace per come valorizza i giovani

«Chiave d’accesso» non a caso è un’altra sua espression­e classica, per provare a tirare fuori il meglio dall’uomo e di conseguenz­a dal giocatore: questo è il valore aggiunto che Ventura può portare in una Nazionale senza fenomeni. Lui nei ragazzi ci crede davvero. «Se vuoi, puoi». «Alleno per libidine». Sono le altre due frasi che il tecnico ripete da anni, mischiando Obama e Jerry Calà, la profondità e la leggerezza, la vocazione maieutica del maestro alla passione del viveur. Adesso, se vuole, può allenare la Nazionale.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy