Corriere della Sera

«Io insieme al premier? Le trivelle una parentesi adesso c’è simpatia»

Emiliano: a Bari gli ho dato la lista delle opere da finanziare

-

ROMA Michele Emiliano, cosa c’è nel «patto del panzerotto»?

«Nessun patto, tra me e Renzi non è cambiato niente».

E la tregua di Bari?

«Io sono un uomo delle istituzion­i e se il presidente del Consiglio viene a Bari, nel palazzo a fianco a quello dove lavoro, io gli stringo la mano».

Merito dei due miliardi che Renzi ha sbloccato per la Puglia se avete ritrovato la «simpatia reciproca»?

«Il governo mi ha chiesto la lista, tagliata, delle opere da finanziare con i Fondi di sviluppo e coesione. E io, dopo aver dolorosame­nte tolto circa due

Parlai di lui come servo delle lobby ma la ruggine è superata

miliardi e mezzo di opere, gliel’ho mandata».

In cambio del primo assegno, la smetterà di sparare sul premier?

«Dal punto di vista politico ognuno è rimasto sulle sue posizioni. Dal punto di vista umano, invece, riconcilia­rci ha la sua importanza. Non c’è più quella freddezza, si è riaperto il dialogo istituzion­ale e questo è un risultato. Si è superata quella ruggine che si era creata sulle trivelle».

Renzi non è più un «servo delle lobby»?

«Non rinnego neanche una parola. Quella parentesi politica rimane intatta. Il referendum è stato un libero confronto tra due cittadini che si chiamano Matteo Renzi e Michele Emiliano».

I tweet velenosi, lo scontro in direzione... Tutto finito? Emiliano il ribelle si è allineato?

«Magari non mi rendo bene conto di come è stata percepita all’esterno la sfida. Ma io con Renzi non ho mai litigato. Né io, né lui, abbiamo fatto un passo indietro. Però il presidente della Regione deve rispetto al presidente del Consiglio, punto».

È lo stesso premier a cui diede del «venditore di pentole».

«Quella frase non l’ho mai detta, ma sono cose vecchie. Adesso io sono molto concentrat­o sulla Puglia. Se vincesse le sue battaglie, darebbe all’Italia un contributo molto più importante di quello che si può dare attraverso polemiche, liti e congressi».

Sembra un vero e proprio cambio di rotta.

«Non c’è un cambio di rotta politica, continuerò a dire quel che penso. Io sono sempre quello del referendum, che però è finito e devo collaborar­e lealmente col capo del governo».

Lo sfiderà al congresso?

«No, non mi candido a fare una cosa diversa. Però fin qui abbiamo realizzato il programma dei saggi di Napolitano, ora quella fase si chiude. Se Renzi presenta un programma che mi piace lo sosterrò, altrimenti farò tutte le polemiche del mondo».

Come voterà al referendum di ottobre?

«Io sono un giurista, sto studiando la riforma. Va letta assieme a legge elettorale e riforma della Rai, i tre pilastri della nuova democrazia italiana. Bisogna vedere se la nuova Costituzio­ne è coerente con i principi fondamenta­li dei padri costituent­i».

Sta maturando il no?

«Non lo so ancora, non è facile. Sarei felice se il voto avvenisse per blocchi. La riforma del Senato non è una meraviglia eppure voterei sì. Invece sono molto critico sul meccanismo con cui si aboliscono le Province e si deprimono i ruoli delle Regioni, creando un accentrame­nto inefficien­te».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy