Corriere della Sera

I 100 giorni in «prigione» tra le torte degli amici e le pillole nascoste nei vasi

Ogni giorno visite e telefonate nella casa di Roma

-

caso che fino a quando è rimasto in casa ha continuato a mantenere rapporti diretti con il Dalai Lama, sebbene per interposta persona.

Ha mantenuto rapporti con tutti, Marco Pannella, perché tutti hanno mantenuto rapporti con lui, a cominciare dal Santo Padre e dal presidente della Repubblica. E in tanti hanno varcato la soglia della sua casa nel pieno della Roma storica, il premier Matteo Renzi in prima linea accompagna­to da Roberto Giachetti, ma anche il presidente Silvio Berlusconi, il sottosegre­tario Benedetto Della Vedova, per arrivare a Massimo D’Alema e Fabrizio Cicchitto, e se diciamo che è andato anche Clemente Mastella, non possiamo dimenticar­e Alfonso Pecoraro Scanio, che ne ha approfitta­to per scattare un selfie sulle unioni civili.

Chi gli è stato vicino negli ultimi giorni giura che l’amore lo ha tenuto su fino al giorno del suo compleanno e che soltanto subito dopo è arrivato il crollo, l’abbandono al suo brutto male.

Nei giorni precedenti si è dilettato ad accentuare il suo dialetto abruzzese e questo lo faceva soprattutt­o mentre parlava della sua infanzia, di suo papà e di sua mamma, che lui chiamava la frangiosa perché era francese.

Con quel suo dialetto abruzzese ha continuato a ricordare gli esordi delle sue battaglie sui diritti civili, mentre con il giovanissi­mo Matteo Angioli stava organizzan­do il prossimo convegno e finendo di scrivere per dare alle stampe il loro prossimo libro.

Si è nutrito di programmi di storia in television­e, Marco Pannella, e dei tanti articoli dei giornali che i suoi amici più cari non si sono mai stancati di leggergli: smettere di leggere, di scrivere o di tenersi informato ogni giorno, ad ogni ora del giorno, per lui voleva dire smettere di vivere per uno come lui.

Si è tenuto vivo ed informato anche quando lo hanno ricoverato nella clinica romana dove si trova adesso, e chi lo ha accompagna­to fino a dentro racconta che quando gli infermieri si sono avvicinati per convincerl­o a stendersi sul suo letto da malato ha messo la mano sulla fronte, a spazzolare la fronte con un gesto secco, come a dire: «Ma cosa vogliono questi da me? Sono pazzi».

Una volta sul letto gli hanno chiesto se voleva essere sedato. I dolori erano arrivati a livelli ben poco sopportabi­li e l’obiettivo del suo medico curante, Claudio Santini, era di fargliene sentire il meno possibile di quei dolori orribili.

«Grazie sì», ha detto Marco Pannella a chi voleva sedarlo. E poi tanti altri grazie, e scusa, e parole d’amore, per Matteo e Laura, Mirella e Alessio, Rita, Maurizio. La sua vita. La sua vera famiglia.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy