Corriere della Sera

Grillo e «l’algoritmo» per le espulsioni Raggi: lascerei se me lo chiedesse lui

Il leader M5S: «Fuori in automatico chi tradisce». Oggi vertice su Pizzarotti

- Maria Rosaria Spadaccino

«Quella dichiarazi­one è stata fraintesa», così Luigi Di Maio, vicepresid­ente della Camera, difende Virginia Raggi dall’accusa di essere diretta da Beppe Grillo. Certo le parole possono essere mal interpreta­te, ma quello che si legge nell’intervista dell’Espresso alla candidata M5S è chiarissim­o: se fosse indagata si dimettereb­be «se Grillo me lo chiedesse». E per firmare importanti atti amministra­tivi dovrebbe aspettare il parere tecnico legale di uno staff del M5S. Questo è scritto nel codice di comportame­nto firmato dai candidati e pubblicato sul blog di Grillo. E ieri la candidata sindaco ha confermato di averlo firmato. «Ormai dei garanti del Movimento ne è rimasto solo uno, visto che Casaleggio è morto, quindi c’è solo Beppe — spiega Raggi al settimanal­e —. Il garante è una figura che ci aiuta a rispettare i nostri principi. Quindi io ritengo che nel momento in cui una persona si discosta da questi principi se è onesta deve fare un passo indietro; se invece nonostante le violazioni continua a fare cose nel nome del Movimento è giusto che ci sia qualcuno che ad un certo punto dica basta». Questo qualcuno è ovviamente il comico genovese. «Quindi se lei fosse indagata e Beppe Grillo le chiedesse di dimettersi lei lo farebbe?», chiede l’intervista­tore. «Questo c’è scritto, sì», risponde l’avvocato Raggi. Poi è lo stesso Grillo a suggerire la soluzione futura: «Serve un algoritmo, se tradisci il programma vieni automatica­mente espulso».

Deflagra subito la polemica: in sostanza, accusa il Pd con numerosi parlamenta­ri, la candidata ammette che le decisione in Campidogli­o non le prenderebb­e lei come sindaco eletto dalla maggioranz­a dei romani, ma sarebbero delegate a Grillo per le sue dimissioni e ad uno staff tecnico legale per gli atti di maggiore importanza. E comunque, nell’intervista, lei ribadisce che non avrebbe alcuna remora a rispondere alle indicazion­i di mail firmate «lo staff di Grillo», come quelle denunciate dal sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Nei cui confronti, proprio in queste ore, starebbe partendo una consultazi­one online per decidere l’espulsione. Le parole della Raggi, come detto, provocano reazioni soprattutt­o tra i La candidata: passo indietro giusto, se venissi indagata Forse il fondatore al summit del direttorio sul sindaco dem. «Avverto un certo raccapricc­io nel sentire queste consideraz­ioni — commenta il candidato Giachetti —. Abbiamo fatto tanti anni fa una legge per l’elezione diretta dei sindaci, per fare in modo che siano liberi dai vincoli dei partiti, delle correnti e se possibile da quelli degli studi associati. Renzi non si azzardereb­be a propormi un contratto, a chiedermi una cosa del genere». Su Twitter il senatore Stefano Esposito scrive: «Raggi continua a dimostrare di essere eteroguida­ta». Oggi sarà lo stesso vicepresid­ente Luigi Di Maio, con i candidati M5S di tutt’Italia, a presentare le «buone pratiche» che gli esponenti 5 Stelle applichera­nno in caso di vittoria. E nella stessa giornata, sempre a Roma, vertice del direttorio: non è escluso che partecipi anche Grillo.

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