Conte, una vita tra spine e gol «L’Italia? Difesa e attacco»
«Non dimentico: perquisizioni alle 5 e lo scandalo con la mia faccia»
Coverciano Antonio Conte, 46 anni, commissario tecnico azzurro dal 19 agosto 2014, durante la conferenza stampa di ieri al centro tecnico della Federcalcio (Ipp)
«Attacchiamo sempre in cinque » , grida Antonio Conte il primo giorno di scuola dentro il fortino di Coverciano. L’Europeo si avvicina ed è quasi il momento delle scelte. «Fate gol», ordina il c.t. sotto il cielo plumbeo. Si parte dal 35-2 con gli inserimenti dei centrocampisti e i tagli degli esterni. L’Italia priva di talento nasce seguendo concetti chiari: forza, dedizione, intensità e la necessità di provare sempre a vincere. E sul campo l’allenatore del Chelsea dà il meglio di sé.
L’inizio però è in salita. Difficile togliersi le spine dal cuore. L’assoluzione al processo di Cremona non ha cancellato il tormento, il caso Bonucci conferma come i rapporti con i club siano inesistenti e gli infortuni di Marchisio e Verratti hanno fatto scattare l’allarme rosso. «Non dimentico gli ultimi 4 anni: le televisioni sotto casa alle 6 del mattino, una perquisizione alle 5, i titoloni sui giornali. Ho temuto di non arrivare al processo. Volevo il giudizio e ho evitato scelte di comodo che mi avrebbero portato alla prescrizione. Dimesso se fosse finita diversamente? La sentenza ha risolto tutti i dubbi. Però questa storia ha sempre avuto la mia faccia», il grido di accusa.
L’Europeo in confronto è una passeggiata di salute. Anche se non nasce sotto una buona stella. Conte non alza il livello dello scontro con la Juve per Bonucci: «Nessuno ha sbagliato. Io l’ho convocato, in quanto squalificato per la finale di Coppa Italia. I bianconeri potevano decidere di non lasciarlo andare e così hanno fatto. Amici come prima». O forse no. «I rapporti con il presidente Agnelli sono ottimi e anche quelli con Marotta, Paratici e Nedved». Non con Allegri, evidentemente.
Ma al di là dello scarso feeling con il suo successore, resta l’incomunicabilità con le società tanto che l’allenatore azzurro medita di non aggregare più alla spedizione francese 4 giovani riserve per l’addestramento. «Vedremo perché bisogna chiedere l’autorizzazione ai club».
Oggi Conte è concentrato sulla spedizione francese: «L’obiettivo è portare a Montpellier i 23 migliori. Senza Marchisio e Verratti sarà dura, però meglio sapere subito a cosa andiamo incontro: quando conosci il problema, lo affronti». Gli esclusi dallo stage, ad eccezione di quelli impegnati nelle finali nazionali, sono fuori gioco. Vale per Pirlo e per Giovinco. E siccome i dubbi sono parecchi «le scelte definitive le farò dopo l’amichevole con la Scozia del 29 maggio». Tra i bocciati di questo preraduno fa scalpore Belotti: «Ho preferito Immobile che in questi due anni mi ha dato tanto».
Nasce l’Italia. Cercando i gol e partendo da una certezza: «La difesa della Juve». La Nazionale del futuro, invece, è nelle mani del presidente Tavecchio, che prima del week end telefonerà a Ventura per fissare l’appuntamento agli inizi della prossima settimana. Conte non commenta: «Non voglio mancare di rispetto a nessuno». Il Toro, intanto, si prepara ad annunciare Mihajlovic...
Io ho convocato Bonucci, è squalificato, la Juve poteva non farlo venire, così ha fatto Amici come prima Con Agnelli e Marotta ho ottimi rapporti Senza Verratti e Marchisio sarà dura, però meglio sapere subito a cosa andremo incontro Ho preferito Immobile a Belotti, in questi due anni mi ha dato tanto