I vigili, le multe e il video virale che agita M5S
La candidata di Roma: ai cittadini interessa altro. Lombardi: abbiamo avuto una reazione spontanea
Sabato pomeriggio, periferia (quasi) estrema di Roma, la sala di un locale anni Novanta che si chiamava Dancing blue e che oggi è chiuso, località Piana del Sole, nome che fa pensare alla Florida ma che nella Capitale è uno di quei quartieri nati abusivamente che poi il Comune ha deciso di «sanare». Si chiama così perché c’è il sole, un’enorme spianata, un po’ di case tirate su dal nulla e poco altro. Difficile trovare una scuola, un bar, un vigile urbano. Eppure, sabato scorso, i vigili sono comparsi. Ed hanno gettato, per qualche minuto, lo scompiglio laddove non ti aspetteresti: una conferenza del Movimento Cinque Stelle. Il video, in breve, diventa «virale» e finisce per creare altri grattacapi ai pentastellati.
Al tavolo, a parlare di rifiuti (siamo nel quadrante della ex discarica di Malagrotta, tra Ponte Galeria e l’autostrada
che porta all’aeroporto di Fiumicino), la candidata a sindaco Virginia Raggi e, vicino a lei, il deputato Cinque Stelle Stefano Vignaroli, che abita poco più in là, località Massimina, che i piani urbanistici del Comune definiscono pomposamente «una centralità» ma che è un altro quartiere a ridosso del Grande raccordo anulare.
Ad un certo punto, in platea, il panico. C’è un uomo che, urlando, si rivolge a Vignaroli, che sta parlando: « A Ste’, ce
stanno i vigili! ». E lì succede una cosa tipicamente romana, che tu sia dei Cinque Stelle, di un altro partito o un semplice cittadino seduto davanti al barbiere oppure in fila in pizzicheria: tutti si alzano, la sala si svuota, Raggi e Vignaroli restano quasi increduli a parlare (o, meglio, a non parlare più) a delle sedie vuote. Si alza anche la senatrice Paola Taverna, poi la deputata Roberta Lombardi e alla fine anche Vignaroli. I vigili? E che stanno facendo? E poi qui, a Piana del Sole? Prima di lasciare la sua sedia, anche il deputato si sorprende: « Ma se qui non si vedono mai...». E la voce fuori campo: «Chi li ha chiamati?». La Rete si scatena, il fatto finisce sulle tivù nazionali e sui quotidiani. Perché, in fondo, quello che evoca è che di fronte al «pizzardone», o di fronte al rischio di una possibile multa, siamo tutti uguali: anche i Cinque Stelle, il partito «dell’onestà».
E la scena — il vigile che multa, la gente che lascia la sala, il politico che si preoccupa — ricorda più certi congressi di certa politica, in un tempo chiamato Prima Repubblica. Così, per due giorni, i Cinque Stelle sono costretti ad inseguire, a spiegare, ad argomentare. Cominciando, naturalmente, dall’avvocato Raggi, che nella sua arriga passa al contrattacco: «È geniale come si riesce sempre a non parlare dei problemi di Roma. Abbiamo una città che sta morendo
ed io vengo attaccata per queste cose, e stiamo qui a parlare di questo... Se va bene a voi, alzo le mani. I cittadini romani vogliono sentire parlare di Roma». Poi: «Non è stata fatta una sola multa. Segno che le auto non erano in divieto di sosta». Vero, zero multe. E un intervento della pattuglia della polizia locale che, nel brogliaccio di servizio, viene circoscritto a pochi minuti in tutto.
In difesa della Raggi interviene la stessa Lombardi: « Eravamo alla conferenza stampa, a Malagrotta, zona senza problemi di parcheggio. La polizia locale stava solo presidiando il territorio, ha fatto il proprio dovere e noi eravamo tutti parcheggiati in modo ordinato » . Ma allora perché quell’uomo, un cittadino del quartiere, è entrato per avvertire che c’erano i vigili? «Nel romano è una cosa innata». E forse neppure i Cinque Stelle la possono cambiare.