Corriere della Sera

I vigili, le multe e il video virale che agita M5S

La candidata di Roma: ai cittadini interessa altro. Lombardi: abbiamo avuto una reazione spontanea

- Ernesto Menicucci

Sabato pomeriggio, periferia (quasi) estrema di Roma, la sala di un locale anni Novanta che si chiamava Dancing blue e che oggi è chiuso, località Piana del Sole, nome che fa pensare alla Florida ma che nella Capitale è uno di quei quartieri nati abusivamen­te che poi il Comune ha deciso di «sanare». Si chiama così perché c’è il sole, un’enorme spianata, un po’ di case tirate su dal nulla e poco altro. Difficile trovare una scuola, un bar, un vigile urbano. Eppure, sabato scorso, i vigili sono comparsi. Ed hanno gettato, per qualche minuto, lo scompiglio laddove non ti aspetteres­ti: una conferenza del Movimento Cinque Stelle. Il video, in breve, diventa «virale» e finisce per creare altri grattacapi ai pentastell­ati.

Al tavolo, a parlare di rifiuti (siamo nel quadrante della ex discarica di Malagrotta, tra Ponte Galeria e l’autostrada

che porta all’aeroporto di Fiumicino), la candidata a sindaco Virginia Raggi e, vicino a lei, il deputato Cinque Stelle Stefano Vignaroli, che abita poco più in là, località Massimina, che i piani urbanistic­i del Comune definiscon­o pomposamen­te «una centralità» ma che è un altro quartiere a ridosso del Grande raccordo anulare.

Ad un certo punto, in platea, il panico. C’è un uomo che, urlando, si rivolge a Vignaroli, che sta parlando: « A Ste’, ce

stanno i vigili! ». E lì succede una cosa tipicament­e romana, che tu sia dei Cinque Stelle, di un altro partito o un semplice cittadino seduto davanti al barbiere oppure in fila in pizzicheri­a: tutti si alzano, la sala si svuota, Raggi e Vignaroli restano quasi increduli a parlare (o, meglio, a non parlare più) a delle sedie vuote. Si alza anche la senatrice Paola Taverna, poi la deputata Roberta Lombardi e alla fine anche Vignaroli. I vigili? E che stanno facendo? E poi qui, a Piana del Sole? Prima di lasciare la sua sedia, anche il deputato si sorprende: « Ma se qui non si vedono mai...». E la voce fuori campo: «Chi li ha chiamati?». La Rete si scatena, il fatto finisce sulle tivù nazionali e sui quotidiani. Perché, in fondo, quello che evoca è che di fronte al «pizzardone», o di fronte al rischio di una possibile multa, siamo tutti uguali: anche i Cinque Stelle, il partito «dell’onestà».

E la scena — il vigile che multa, la gente che lascia la sala, il politico che si preoccupa — ricorda più certi congressi di certa politica, in un tempo chiamato Prima Repubblica. Così, per due giorni, i Cinque Stelle sono costretti ad inseguire, a spiegare, ad argomentar­e. Cominciand­o, naturalmen­te, dall’avvocato Raggi, che nella sua arriga passa al contrattac­co: «È geniale come si riesce sempre a non parlare dei problemi di Roma. Abbiamo una città che sta morendo

ed io vengo attaccata per queste cose, e stiamo qui a parlare di questo... Se va bene a voi, alzo le mani. I cittadini romani vogliono sentire parlare di Roma». Poi: «Non è stata fatta una sola multa. Segno che le auto non erano in divieto di sosta». Vero, zero multe. E un intervento della pattuglia della polizia locale che, nel brogliacci­o di servizio, viene circoscrit­to a pochi minuti in tutto.

In difesa della Raggi interviene la stessa Lombardi: « Eravamo alla conferenza stampa, a Malagrotta, zona senza problemi di parcheggio. La polizia locale stava solo presidiand­o il territorio, ha fatto il proprio dovere e noi eravamo tutti parcheggia­ti in modo ordinato » . Ma allora perché quell’uomo, un cittadino del quartiere, è entrato per avvertire che c’erano i vigili? «Nel romano è una cosa innata». E forse neppure i Cinque Stelle la possono cambiare.

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