Ma Togliatti, alla fine, vota Sì oppure No?
Da Dossetti a Berlinguer e Ingrao, l’incredibile uso del passato nella sfida referendaria
Nell’epoca della rottamazione non si affievolisce il richiamo del passato, un eccesso di ripiegamento storico, un tornare indietro per darsi nobiltà o scagliare anatemi. Si polemizza sui partigiani per dare una parvenza di profondità secolare alle discussioni sul referendum costituzionale di ottobre. Ma non solo: da Dossetti a Berlinguer e Ingrao, vale persino la domanda: alla fine Togliatti vota Sì o No?
il ballottaggio). Ha cominciato il candidato a Roma Alfio Marchini, che peraltro vanta in famiglia certificate ascendenze partigiane e si è pure già pre schierato per il No al referendum costituzionale, a spiegare che il nonno, rosso di cuore e di bandiera, tuttavia considerava Mussolini come un grande urbanista del Novecento e l’architettura di epoca fascista come un gioiello da preservare. Poi Giorgia Meloni, sentendosi esclusa dalla querelle politicoarchitettonica, ha introdotto nella campagna elettorale romana l’urgente tema dell’intestazione di una via a Giorgio Almirante, forse memore delle polemiche che la giunta Rutelli aveva suscitato in passato volendo intestarne una al gerarca e governatore fascista dell’Urbe Giuseppe Bottai. Ma l’effetto
L’anatema
L’anatema di matrice storica è una mania, manca ancora la Prima guerra mondiale