Corriere della Sera

Rai, Giacomelli bacchetta cda (e dg): manca un vero piano

- Giovanna Cavalli

«Non faccio un attacco né una critica, ma un rilievo: quel documento è condivisib­ile, in linea con il tipo di visione del governo, ma è più un’indicazion­e di obiettivi che un piano industrial­e», ha detto in commission­e di Vigilanza, soppesando ogni parola, il sottosegre­tario alle Comunicazi­oni Antonello Giacomelli, rivolto ai consiglier­i della Rai «che lo hanno votato all’unanimità». Ma, come quando si parla a nuora perché suocera intenda, anche a chi ha presentato quel piano, ovvero l’amministra­tore delegato Antonio Campo Dall’Orto. «Ho dovuto ascoltare lamentazio­ni di esponenti del cda secondo i quali non contano nulla», ha argomentat­o Giacomelli. «Ma un punto è chiaro: gli atti fondamenta­li sono votati dal consiglio. Se vogliono, hanno tutti i poteri per intervenir­e». Non c’è «scollament­o con i vertici aziendali», assicura. Ma chiede una svolta più rapida: «Occorre tempo perché cose complesse acquisisca­no forma, noi continuiam­o a sollecitar­e un percorso di trasformaz­ione profonda, non cosmetica». Obiettivo: internazio­nalizzazio­ne del prodotto per aumentare i ricavi commercial­i e ulteriore razionaliz­zazione dell’utilizzo delle risorse. «D’altronde nella riforma della governance della Rai si è deciso da subito di ampliare i poteri del dg proprio per non perdere tempo». Meno diplomatic­o il deputato dem Michele Anzaldi: «Siamo disperati, con questi qui». Quanto alle assunzioni di tanti dirigenti presi fuori da Viale Mazzini-Saxa Rubra, il sottosegre­tario ha precisato: «Immagino, per stima nei confronti di chi guida la Rai, che il ricorso agli esterni sia limitato alle risorse non reperibili all’interno. Penso che ci siano gli estremi perché tutti possiamo valutare se le loro competenze sono così straordina­rie». Qualche lume lo si avrà dal piano sulla trasparenz­a che verrà presentato oggi in cda, in cui dovrebbero essere riportati curriculum, pregi e virtù dei dirigenti assunti, oltre ai relativi stipendi, se superano i 200 mila euro lordi. Intanto in Vigilanza si discute sul regolament­o della par condicio in vista del referendum. Il M5S vorrebbe procedere subito, il Pd vuole prima conoscere la data della consultazi­one.

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