Comunali e referendum Così potrebbero nascere due diversi centrodestra
Salvini — si è detto pronto a sostenere la candidata grillina, e chi — come Berlusconi — ha già spiegato che «la priorità» è «impedire la vittoria dei 5 Stelle», considerati un «fenomeno pericoloso». È inutile quindi inseguire le voci su un patto che sarebbe stato già stretto con il Pd, per non lasciar cadere Roma nelle mani del Movimento: bastano le dichiarazioni pubbliche di Berlusconi, e quei tre posti in giunta che Giachetti — annunciando la sua squadra — ha lasciato vacanti.
È chiaro che una simile scossa si avvertirebbe ben oltre il Raccordo anulare, e l’onda d’urto si propagherebbe nel centrodestra a livello nazionale. D’altronde, per un Salvini che ha scritto un libro per precandidarsi a premier, c’è un Cavaliere che ha in testa un’altra trama: la scelta «la faremo quando si andrà alle elezioni», il nome lo diranno «i sondaggi», e comunque «serve un uomo che venga dalla trincea del lavoro » . Insomma, « tutti » tranne Salvini. Che poi quel «tutti», per Berlusconi, sarebbe ancora il solo Berlusconi, «perché con me in campo Forza Italia tornerebbe al 37%» e «con me in campo a Palazzo Chigi ci sarebbe il centrodestra, senza di me la sinistra».
Così l’ex premier vorrebbe controllare e se possibile depotenziare l’altro punto della faglia: l’esperimento milanese, incubatore di un nuovo modello di centrodestra a trazione moderata. Finora Parisi è stato abile a dribblare ogni accostamento con un futuro progetto nazionale, in modo da sfuggire alla marcatura del Cavaliere. Se non fosse che anche Salvini è passato alla difesa «a uomo», temendo di venir scavalcato nella corsa per Palazzo Chigi, qualora si conquistasse di rimonta Palazzo Marino. Da tempo si sono formate le squadre: di qua c’è La Russa, che spiega perché «Milano non