L’Antitrust e le quattro multinazionali che governano i vaccini
L’allarme: «Si spartiscono un mercato da 300 milioni, servono informazioni e più trasparenza»
ROMA Serve «un mercato più trasparente su costi e prezzi dei vaccini». In Italia c’è «un oligopolio fortemente concentrato» nella mani di 4 multinazionali. La distinzione tra quelli obbligatori e quelli raccomandati, «ha perso sostanziale validità». Ecco in sintesi i risultati di una indagine durata un anno da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) che, pur non avendo competenze dal punto di vista medico e scientifico, raccomanda a Parlamento e governo di attivarsi «per semplificare la normativa». E le autorità sanitarie nazionali dovrebbero assumere «posizioni chiare, trasparenti e indipendenti» sia per la scelta di vaccini da inserire nei «livelli essenziali di assistenza» e sia per la scelta di prodotti equivalenti.
Nel nostro Paese la sanità pubblica spende ogni anno circa 300 milioni per i vaccini, ricorda l’Agcm, ma la spesa è destinata a raddoppiare con
L’indagine Nessuna violazione contestata, chieste maggiori notizie sulle gare di appalto
l’approvazione del nuovo piano di prevenzione. Per l’Authority presieduta da Giovanni Pitruzzella, il mercato mondiale dei vaccini arriva a 23 miliardi di euro l’anno ed è dominato per l’80% delle vendite da Glaxo Smith Kline, Sanofi Pasteur, Merck Sharp & Dohme e Pfizer. Inutile dire che il settore è in forte crescita negli ultimi anni. «Ovviamente non abbiamo rilevato alcuna concentrazione lesiva del mercato — precisa Andrea Pezzoli, direttore generale della Concorrenza — ma abbiamo constatato alcune criticità sia per la struttura dell’industria farmaceutica nel suo complesso, sia in Italia». Concentrandosi sul mercato interno sono state analizzate le dinamiche di offerta e domanda dei vaccini qualificati come «essenziali» tra il 2010 e il 2015: Luca Arnaudo, uno dei curatori dell’indagine, chiede «una maggiore trasparenza informativa, a partire dalla più agevole disponibilità dei dati di aggiudicazione delle gare di appalto». Inoltre «quando si verifica una vera concorrenza di prezzo tra vaccini relativi alla prevenzione di una medesima patologia — osserva Arnaudo — questo determina rilevanti effetti di riduzione dei prezzi medi di aggiudicazione dei prodotti, come è avvenuto per i vaccini per il Papilloma virus, a tutto vantaggio dei consumatori».