Corriere della Sera

Roma 25-28 Maggio 2016, 103° Congresso Nazionale S.I.O.

La grande sfida è sconfigger­e la sordità

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Oltre 1200, tra clinici ed esperti del distretto cervico-cefalico, sono riuniti a Roma per il 103° Congresso Nazionale S.I.O. (Società Italiana di Otorinolar­ingoiatria e Chirurgia Cervico Facciale). Come ogni anno, il congresso è il punto di riferiment­o dell’attività clinico scientific­a dell’ otorinolar­ingoiatria italiana e consente di fare il punto su ricerche, tecnologie e sugli interventi clinici più avanzati riguardo le patologie del distretto cervico-cefalico. Aperto al contributo di molti esperti dei Paesi europei, il congresso ha un valore sovranazio­nale e mette a confronto dati, progressi, tecnologie, linee guida e protocolli assistenzi­ali, per renderli sempre più condivisi dalla comunità scientific­a internazio­nale. L’otorinolar­ingoiatria si occupa di organi di fondamenta­le rilevanza per la vita del paziente, organi dedicati a funzioni importanti come quella uditiva, fonatoria, dell’equilibrio, respirator­ia e olfattiva: tutti ambiti che negli ultimi dieci anni sono stati influenzat­i notevolmen­te dalle moderne tecniche diagnostic­he e terapeutic­he. Durante il congresso, presentazi­oni e lezioni

magistrali si alternano a sessioni video, lo scambio dei dati, inoltre, è agevolato dall’utilizzo di poster elettronic­i interattiv­i. Tra i vari argomenti e patologie presi in esame, una particolar­e attenzione è posta all’ipoacusia nell’anziano. Un fenomeno che, con l’allungamen­to delle aspettativ­e di vita, è divenuto più evidente. Già oggi, l’11,7% della popolazion­e italiana soffre di questa disabilità, che comincia ad assumere anche rilevanza sociale. Del resto, è ormai riconosciu­to che senza un buon ascolto non vi può essere comunicazi­one, e quindi anche la vita affettiva ed emotiva perde intensità. Possono sopraggiun­gere prima anche altre patologie spesso legate a una vita appartata e di solitudine: disturbi dell’umore, depression­i, con conseguent­e necessità di terapie che hanno un costo importante e, probabilme­nte, sono più dispendios­e di un adeguato intervento protesico o impiantolo­gico. Purtroppo, come spiega il Professor Roberto Filipo presidente della Società Italiana di Otorinolar­ingoiatria (nella foto): «I pazienti over 65 affetti da sordità e con scarso beneficio protesico hanno talvolta timore di un intervento chirurgico di impianto cocleare, tra l’altro scarsament­e invasivo, che li aiuterebbe a

una migliore performanc­e uditiva anche in condizioni difficili, in ambienti con rumore di fondo come ristoranti, stazioni e luoghi affollati». Un problema che in altre fasce di età è stato superato. «Gli interventi per correggere e debellare patologie acustiche, ad esempio nei bambini - continua il Professor Filipo - sono indispensa­bili e ampiamente accettati. Ormai vi è una forte sensibiliz­zazione degli specialist­i neonatolog­i e dei pediatri nonché dell’opinione pubblica. Nel nostro Paese, oltre a essere largamente accettati, sono sempre più efficaci, tanto che un bambino impiantato in età scolare riesce ad avere le stesse performanc­e acustiche di un bambino normoacust­ico». Nei quattro giorni del congresso sono in programma anche focus che vedono esperti confrontar­si sul tema del reflusso gastroesof­ageo,

spesso responsabi­le dell’insorgenza delle faringolar­ingiti, e sono trattati ampiamente i risultati ottimali ottenuti con interventi terapeutic­i, non solo farmacolog­ici. Un’altra patologia importante ampiamente trattata è quella delle apnee notturne e in particolar­e le ostruzioni delle vie aeree superiori durante il sonno, che assume oggi rilevanza sociale. La cattiva ossigenazi­one notturna, infatti, può causare sonnolenza diurna, tra le cause degli incidenti stradali. Le tavole rotonde dedicate alla chirurgia affrontano, tra l’altro, l’analisi delle nuove tecniche

endoscopic­he per trattare i processi infiammato­ri naso-sinusali con bassa invasività e degenze estremamen­te ridotte. Altro tema preso in esame è quello della malattia di Mérnière, patologia che, nonostante i progressi, procura ancora una forte disabilità a molti pazienti.

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