«Marchionne resta fino al 2019» Il presidente di Fiat Chrysler, Elkann, sul futuro Ceo del gruppo: «Selezione interna» Peugeot? «Non interessa». «Con Gac solo contatti per aumentare la presenza in Cina»
E, volendo, ci sarebbe già anche qualcuno sul mercato. L’ha appena scritto «Les Echos»: il governo francese starebbe pensando di uscire da Psa. Potrebbe essere Fca, a comprare? La risposta di Elkann è «no». Educato, ma un «no». Soft, all’inizio: «Siamo focalizzati sul piano industriale». Più netto subito dopo: «Se si presentassero opportunità le valuteremmo», certo. Solo che per il Lingotto non è questo il caso : «Pensiamo a ( Unicredit ha nel capitale «la principale debolezza» ma la banca ha mostrato di saperlo generare per via organica, e attraverso il miglioramento della qualità dei suoi attivi e i maggiori utili attesi dovrebbe continuare a farlo nei prossimi 18-24 mesi. L’analisi è di S&P, che ieri ha confermato il rating BBB-/A-3. In sostanza l’agenzia riconosce alla strategia di Federico Ghizzoni ( foto) di aver creato capitale, anche se il patrimonio è da mesi sotto scrutinio da parte del mercato. Ed è questo uno degli elementi per i quali il board ha deciso di avviare la sostituzione di Ghizzoni. Un comitato ristretto composto dal presidente Giuseppe Vita, dai vice operazioni tali da cambiare realmente le dimensioni. Psa non rientrerebbe in questo contesto» (e su Gac: «Con loro abbiamo solo contatti per aumentare la presenza di Fca in Cina»).
Fine del capitolo «fusione» (per ora). Non del tema «auto». Per la sua assemblea - la prima dopo i 6,7 miliardi di dollari investiti per il 100% di PartnerRe, da cui è atteso un ritorno annuo sul capitale dell’8-10% per i prossimi dieci anni - Exor quest’an- no ha scelto Arese. Museo Storico. Alfa Romeo. La ragione è semplice: appoggiare il rilancio del brand. Difficile, complicato (vedi i ritardi nella tabella di marcia e il fresco passaggio della guida da Harald Wester a Reid Bigler). Elkann però ci scommette: «È un marchio forte almeno quanto Jeep. Siamo orgogliosi di sostenere Fca in questo bellissimo progetto». Principio che naturalmente, aggiunge, vale per tutte le attività in portafoglio. Editoria compresa, e non solo quella globale dell’Economist. Il plenipotenziario di casa Agnelli cita la fusione della «loro» Stampa con Repubblica, commenta le due offerte per Rcs Mediagroup dopo l’uscita di Torino («Oggi Rcs la vogliono in tanti ed è positivo. Rimpianti? Nessuno». La quota di Exor è scesa «all’1,74%», «continuiamo a vendere sul mercato») e conclude: «Tutto ciò vuol dire che il settore ha prospettive positive anche in Italia. O almeno: che molti pensano che le abbia». Lui, a quanto pare, è tra quelli.