Corriere della Sera

L’umanista Mattioli, banchiere lungimiran­te

- di Antonio Carioti

Era «un abruzzese-napoletano fieramente milanese». Si comportava da «conservato­re aristocrat­ico», pur professand­o idee di sinistra e coltivando rapporti con i comunisti. Economista e manager di rara competenza, per quarant’anni alla guida della Banca commercial­e italiana (Comit), amava al tempo stesso la cultura umanistica e prediligev­a la compagnia dei letterati. Di carattere gioviale, era capace di «silenzi ombrosi e corrucciat­i».

È un ritratto denso di sfaccettat­ure quello che ieri a Milano Ferruccio de Bortoli ha dedicato alla figura di Raffaele Mattioli, davanti all’uditorio della basilica di Santa Maria deldal le Grazie, nell’ambito delle Lezioni di storia organizzat­e dall’editore Laterza: un ciclo che quest’anno s’intitola «Milanesi» e consiste in una rassegna di personalit­à legate alle vicende della metropoli lombarda.

Fra i tanti meriti di Mattioli, spicca il coraggio con cui, sotto il fascismo, tenne «una luce accesa della libertà» alla Comit e nella sua casa di via Bigli, circondand­osi di intellettu­ali spesso lontani dal regime. Non solo fu «un mecenate generoso e competente», sostenne riviste e case editrici, ma appoggiò in modo fattivo gli antifascis­ti. «Mai fondi neri di una banca — ha commentato de Bortoli — ebbero destinazio­ne così felice e fruttuosa».

Ciò non toglie che Mattioli pagasse qualche tributo al regime, per il quale era del resto preziosa la sua opera in campo economico, «essenziale nell’affrontare la crisi degli anni Trenta, nell’elaborare la nuova legge bancaria». Secondo alcuni, ha notato de Bortoli, le difficoltà della Comit con la politica aumentaron­o dopo il 1945: non per nulla Mattioli considerav­a «il potere romano come una escrescenz­a dolorosa».

Il «banchiere umanista» diffidava però anche della «borghesia rampante» sprovvista di senso civico. E fu sempre molto cauto nel valutare le prospettiv­e economiche dell’Italia, perfino negli anni del boom. Gli erano ben chiari, ha sottolinea­to de Bortoli, i «difetti struttural­i» del nostro sistema produttivo, che ancora oggi pesano sul futuro del Paese.

 ??  ?? Mecenate Raffaele Mattioli (Vasto, 20 marzo 1895 - Roma, 27 luglio 1973). Banchiere e mecenate, diresse la Comit per circa quarant’anni
Mecenate Raffaele Mattioli (Vasto, 20 marzo 1895 - Roma, 27 luglio 1973). Banchiere e mecenate, diresse la Comit per circa quarant’anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy