La solidarietà (tardiva) all’ «Uomo nero»
Il cardiochirurgo Alfieri: il cuore è buono, resta l’attenzione. Zangrillo: al risveglio ha anche scherzato I cinque figli riuniti in ospedale. E lui commosso: «Avete visto? Papà ce l’ha fatta. Grazie per essere qui»
Il livore di un ventennio contro Berlusconi, visto come l’«Uomo nero», si scioglie in solidarietà: anche gli avversari irriducibili sentono che il suo cuore deve battere ancora.
All’una e mezzo del pomeriggio tutti e cinque i figli di Silvio Berlusconi sono riuniti intorno al letto della Terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele: «Avete visto? — dice l’ex premier —. Il papà ce l’ha fatta». Il leader di Forza Italia è commosso: «Grazie per essere qui». Nella giornata Zero, quella del risveglio dopo l’intervento di quattro ore a cuore aperto, ci sono soprattutto l’affetto dei figli riappacificati e il sospiro di sollievo dei medici: «L’obiettivo era metterlo in condizione di scegliere liberamente cosa fare del suo futuro, consapevoli che deciderà da solo — dicono all’unisono il cardiochirurgo Ottavio Alfieri e l’anestesista Alberto Zangrillo, medico di fiducia di Berlusconi —. Ci siamo riusciti». Berlusconi si risveglia poco prima delle sei del mattino. Un’ora prima i farmaci che lo tengono addormentato iniziano a essere ridotti, i tubi che gli fanno arrivare l’aria vengono sfilati. Il suo cuore, che durante l’operazione è stato fermato per un’ora, ora batte senza problemi: «La valvola aortica malata, che gli ha procurato l’episodio di scompenso cardiaco, è stata sostituita con una artificiale — spiega Alfieri —. Il cuore non è compromesso, anche perché il malfunzionamento valvolare è stato corretto in tempi brevi: la patologia era sotto controllo e il deterioramento della valvola è stato rapido. In questo modo non ci sono stati danni collaterali».
I medici descrivono il solito Berlusconi: pronto alla battuta, spiritoso, curioso di capire che cosa gli hanno fatto. Gli viene mostrata una foto del cuore durante l’operazione in cui è in bella vista la valvola che gli è stata impiantata: il leader di FI vuole sapere come funziona. Subito apprezzate le cure ricevute da una giovane e bella infermiera, Cristina: «Appena gli ho tolto il respiratore, è tornato il Berlusconi di sempre, che dopo 30 secondi era pronto a farmi una battuta: un complimento per l’assistenza ricevuta da una delle mie infermiere alla quale ha dato scherzosamente un’alternativa di lavoro a Telecinco».
Il fratello Paolo in giornata alimenta qualche preoccupazione: «Nella notte ci sono state difficoltà». Ma Berlusconi è fuori pericolo e in rapida ripresa. «Gli auguriamo pronta guarigione e gli facciamo un grande in bocca al lupo» dice il premier Matteo Renzi. I medici restano prudenti: «Il livello di attenzione non deve diminuire, perché le complicazioni sono sempre possibili — sottolinea Alfieri —. Aritmie, fibrillazione atriale, pleuriti. Ma la percentuale di rischi adesso è davvero bassa». Così Zangrillo guarda al futuro, con l’ex premier che oggi lascia la Terapia intensiva per trasferirsi cinque- sei giorni nella stanza suite al sesto piano dell’edificio Diamante. «Comincerà la riabilitazione motoria e respiratoria, al San Raffaele o magari ad Arco di Trento — ribadisce il medico —. Progressivamente riacquisterà le sue libertà e tornerà a camminare». Il percorso di cure sarà verosimilmente concluso verso i primi di luglio.
La domanda che si rincorre da giorni è sempre la stessa: il leader di FI potrà riprendere a fare politica? «Il cuore è ancora buono — ribadisce Alfieri —. Non mi sento di dire che non potrà più fare politica. Lo deciderà lui. Non credo che cambierà la sua vita».