«Ci saranno altri morti innocenti»
(Reuters/ Kamil Zihnioglu/Pool)
«Altri innocenti perderanno la vita, è una cosa molto difficile da dire ma ci vorrà una generazione per battere il terrorismo», ha detto il primo ministro Manuel Valls nel giorno dell’omaggio della République a Jean-Baptiste Salvaing e Jessica Schneider, la coppia di agenti uccisi lunedì sera dal terrorista dello Stato islamico Larossi Abballa.
Intervistato dalla radio pubblica France Inter, Valls ha ripetuto che « la Francia è in guerra» e fatto previsioni pessimistiche. «Dobbiamo continuare il nostro lavoro, dare tutti i mezzi alla polizia, alla gendarmeria e ai servizi di intelligence. Ma conosceremo nuovi attacchi, perché abbiamo di fronte una organizzazione terroristica che indietreggia in Siria e in Iraq e che si proietta nei nostri Paesi sotto forme differenti».
Il premier sembra quindi aderire alla tesi secondo la quale i successi della coalizione internazionale contro lo Stato Islamico in Medio Oriente rischiano paradossalmente di aumentare i rischi di attentati in Occidente, perché con un’azione spettacolare gli jihadisti potrebbero tenere alto il morale dei seguaci e spostare in secondo piano le sconfitte e le ritirate in Siria, Iraq e Libia.
Ancora una volta comunque il governo viene criticato per non avere saputo fermare un terrorista già identificato da forze dell’ordine e magistratura. Larossi Abballa era stato condannato per terrorismo nel 2013, era schedato « S » (cioè considerato una minaccia per la sicurezza dello Stato) e seguito dai servizi, eppure ha potuto passare all’azione lo stesso. Valls si è difeso assicurando che non c’è stata «né negligenza né mancanza di discernimento» nel controllo di Abballa. Il governo usa la solita linea adottata dopo Charlie Hebdo e il 13 novembre: nessuna mancanza nel sistema di sicurezza, niente da migliorare, l’apparato legislativo e di intelligence è al massimo, i cittadini devono solo rassegnarsi all’idea che il rischio zero non esiste.
L’opposizione di destra non è della stessa opinione: il favorito nei sondaggi per le primarie Alain Juppé chiede un inasprimento delle pene, e l’influente deputato Eric Ciotti propone la creazione di campi di detenzione per gli «schedati S» sospettati di jihadismo, anche in assenza di condanne penali. Valls ha già liquidato la proposta di una Guantanamo francese giudicandola pericolosa per la democrazia: si tratterebbe di privare della libertà, senza processo, circa 5.000 cittadini francesi. Fra loro ci sono potenziali terroristi ma anche persone schedate solo perché si sono fatte crescere la